I prof non vogliono più salire in cattedra. "Uno su due rifiuta il posto che gli offriamo"

Il direttore dell’Ufficio scolastico Roberto Curtolo analizza il difficile momento: "La scuola è relazione, questa può avvenire solo in presenza"

Migration

Siamo ormai a dicembre e ancora non tutti gli insegnanti sono stati nominati. "Colpa delle rinunce, che si attestano al 50%", scuote la testa, sconsolato, il direttore dell’Ufficio scolastico provinciale, Roberto Curtolo.

Quanti docenti ancora mancano nelle scuole fiorentine?

"Quelli che dobbiamo nominare noi, sulle mancate prese di servizio delle precedenti chiamate, sono una decina di posti interi e una quindicina di spezzoni fra scuola di primo e secondo grado. E poco più di un centinaio fra infanzia e primaria: metà posti interi e metà spezzoni, sostegno incluso".

Quante ‘chiamate’ avete fatto e quante rinunce avete avuto?

"Abbiamo chiamato per quattro, cinque o sei volte, a seconda della classe di concorso, ogni volta per tutti i posti che restavano liberi a causa delle rinunce. In totale abbiamo fatto 6mila chiamate individuali, per un totale di quasi 3mila posti assegnati. Le rinunce si attestano sul 50%, come valore medio. Alla prima chiamata abbiamo avuto il 40% di ‘no’. Il tasso è cresciuto nelle successive chiamate, con punte del 70%".

Perchè così tanti docenti si stanno tirando indietro?

"Non posso dare un motivo certo. All’inizio il concorso è stato un grande deterrente. In aggiunta, dato che circa la metà dei candidati proviene da fuori regione, il timore del Covid e della chiusura tra regioni sono sicuramente stati tra i motivi predominanti. Molti devono aver preferito rimanere a casa; avranno scelto di utilizzare i vari sussidi o ammortizzatori sociali a disposizione".

Quali scenari prevede per le prossime settimane? Quando potremo finalmente avere tutti i docenti in cattedra?

"Questo dipende ormai dalle scuole che devono coprire i posti che rimangono scoperti per esaurimento dei candidati in graduatoria provinciale. Come ho già detto, noi abbiamo di fatto chiuso, tranne i pochi posti che citavo prima e che terminiamo in questi giorni. Continuano comunque a esserci movimenti da fuori regione, ma si tratta di pochissimi casi".

Cosa prova di fronte al fatto che tantissimi studenti sono in Didattica a distanza (Dad) da diverse settimane? Per le superiori si parla di un rientro dopo la Befana…

"Questo è quanto comunicato dal governo. Da educatore ritengo la didattica digitale integrata uno strumento ausiliario, importante, che non può essere esaustivo. La scuola è relazione e la relazione può avvenire solo in presenza. In particolare, stiamo interagendo con ragazzi nel pieno della fase evolutiva: privarli per due anni della formazione e della costruzione della persona determina un deficit individuale e sociale che lascerà segni futuri negli uomini e nelle donne del domani, per motivi che non sono imputabili al mondo della scuola".

Siete stati coinvolti in un tavolo di lavoro per provare a risolvere tutti insieme l’annoso problema dei mezzi pubblici? Pensa che ci siano margini per le scuole per scaglionare ancora di più gli ingressi quando gli istituti potranno riaprire?

"Sì, siamo stati coinvolti: abbiamo trovato disponibilità al confronto e un ampio lavoro di tessitura da parte dell’attuale assessore regionale ai trasporti. E’ mancata forse una fase preparatoria nei mesi estivi, prima dell’avvio dell’anno scolastico. Speriamo di trovare soluzioni con la partecipazione di tutti i soggetti interessati. Non è detto che gli scaglionamenti siano sempre risolutivi".

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro