I mondi paralleli dei manifesti elettorali

Gabriele

Canè

Ci mancheranno. Almeno un po’. Certo, non è più come una volta. I manifesti elettorali occhieggiano sparuti sugli appositi spazi, ci accompagnano a volte in strada nelle pubblicità sul retro degli autobus. Ma è poca roba rispetto al bombardamento mediatico in tv e sui social. Dove non appaiono come appena alzati dopo una notte agitata, passata a digerire le quattro cene di sostegno della sera prima. Sono tutti in ordine davanti a una telecamera, anche web. I manifesti, però, sono un’altra cosa: lì sono più belli. Calenda, ad esempio, che mi ha accompagnato per dieci minuti in coda all’autobus 17, è magro e quasi scavato in viso, non bello cicciottello come in televisione che notoriamente ’allarga’. Letta è sempre serio, e fa bene. Anche con slogan profetici come nel manifesto rosso nero in cui contrappone i combustibili fossili con le energie rinnovabili. Lui sta dalla parte delle rinnovabili (giustamente), ma il pensiero di qualche dirigente Pd pare sia il contrario: Letta fossile, e un altro a rinnovare il partito. Ci mancheranno anche l’eterna giovinezza fotografica di Berlusconi o la fede incrollabile di Salvini e dei suoi candidati: Credo. Mica poco. O gli slogan a doppio taglio come quello della Meloni: Pronta. Una promessa o una minaccia? Di sicuro a uso interno quella dei 5Stelle: Conte, il nostro presidente. Appunto, il vostro. Sul fronte local-nazionale come non citare le affiches di Ilaria Cucchi. Intanto perché la sua storia è dolorosa, esemplare. Poi perché, pur non essendo atterrata a Peretola, ha stabilito che... ok l’aeroporto è giusto. Questo al decollo della campagna, poi richiuso e nascosto il paracadute se la deve vedere con Stefania Saccardi che arriva da Firenze, vuole bene al Vespucci e nei manifesti sorride. Forse lo farà anche lunedì. Insomma, in un modo o nell’altro ci hanno fatto compagnia, hanno consentito i soliti giochi con le bombolette per deformare un viso, storpiare uno slogan. A volte in meglio. Da lunedì, torneranno in carne e ossa. Pazienza.

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