I cattivi educatori vanno fermati

Francesco

Tagliente *

Negli ultimi tempi stiamo registrando un nuovo fenomeno criminale e sociale. Qualcosa di più delle baby gang. Nuovi gruppi criminali minorili capaci di aggressioni violente anche con le armi. Alcuni componenti hanno meno di 14 anni.

A fronte di questo degrado, etico e morale, abbiamo il dovere di domandarci se oltre alla risposta penale - che può avere efficacia sul singolo autore e comunque interviene a valle del reato - sia necessario chiedere di più a tutte le maglie della rete educativa.

Sappiamo bene che alla formazione e sviluppo della personalità concorrono fattori organici, psichici e ambientali come quello familiare, scolastico e sociale. Un proverbio popolare, che rispecchia la saggezza antica, dice “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. Dimmi in quale contesto familiare, scolastico, e sociale sei cresciuto e ti dirò che cittadino sarai.

Sono in tanti ad attribuire la responsabilità alle famiglie e al mondo della scuola. In effetti è sotto gli occhi di tutti l’affievolimento della responsabilità genitoriale e dell’autorevolezza di alcuni rappresentanti del mondo della scuola. Io sono però dell’avviso che la responsabilità maggiore di questo degrado vada ricondotta ai cattivi educatori del mondo della comunicazione e dei social.

In alcuni dibattiti televisivi viene consentito un linguaggio violento e carico di odio. Per non parlare dei social network. Sono fenomeni assai inquietanti. Il linguaggio aggressivo e le immagini violente alimentano aggressività e violenza.

A determinate fasce di età, lo spirito di emulazione è tanto più forte quanto è più debole la capacità di selezionare, analizzare e distinguere.

I cattivi educatori vanno fermati Spetta a noi formare i ragazzi al rispetto dei valori e al senso di responsabilità, soprattutto con l’esempio. Non possiamo aspettarci che i giovani lo facciano da soli.

* Ex prefetto e questore

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