"Ho visto da vicino l’impegno di tutti"

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Classe 2002, Leonardo Margarito (foto) si impegna nel volontariato da quando aveva solo 12 anni.

Durante il lockdown della scorsa primavera ci si è ritrovato catapultato dentro. Come mai avrebbe immaginato. Leonardo è sempre stato molto attivo nel suo quartiere, nella parrocchia di San Felice e poi in tutto il quartiere dell’Oltrarno lavorando, nei mesi più duri, anche insieme all’associazione dei Nidiaci.

Che cosa lo ha colpito di quei mesi strani e disperati? "Tutti si sono organizzati per dare un mano, tutta la città anche se con le difficoltà imposte dalle chiusure. Ed è stato bello ed emozionante toccarlo con mano, partecipare, viverlo. Una esperienza importante e unica che mi ha profondamente arricchito" prova a raccontare Leonrado, non senza tradire un filo di emozione, sulla gradinata del Salone de’ Cinquecento

Ma cosa faceva in quelle settimane un volontario in Oltrarno. "C’era tanto da fare, noi abbiamo assistito più di 150 famiglie, seguendole giorno per giorno per tutte le difficili settimane del lockdown,. Cercavamo di accontentare le loro richieste. Di ascoltare".

Riprende fiato Leonardo e poi continua: "E’ stata un’esperinza intensa, difficile, ma ricca, importante. E la riprova è che ho poi cercato di tradurre quelle storie, quegli incontri quelle vite, in un lungo racconto che è stato pubblicato in un’antologia dal titolo ‘Firenze in una stanza’ curata da Luca Giannellie. Ho racontato le mie emozioni, ma anche tutto quello che facevo in quelle giornate e l’impatto, sicuramente molto diverso, rispetto a quello che avevo sperimentato negli anni precedenti nell’azione, nell’impegno del volontariato".

Apparentemente Leonardo faceva cose semplici. "Andavamo a portare i sacchi della spesa agli anzinai che nonpotevano uscire – racconta – a chi non si poteva muovere, ma assistevamp con i pacchi alimentari anche chi a causa del Covid non aveva più i soldi per fare la spesa. Ed era spaventato di non riuscire a tirare avanti. Tante storie, tanta sofferenza e le persone che ogni volta chiedevano quando saremmo tornati, anche per parlare, per non sentirsi soli".

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