Il dibattito sul virus: "Ha perso forza". "No, è fantasia: ancora casi gravi"

Anche a Firenze i medici in prima linea si dividono sull’aggressività del virus

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E’ cominciata con una disputa fra virologi, questa pandemia. E anche la coda della prima ondata epidemica, sembra non fare eccezione, a suon di polemiche. Se nelle prime fasi a fare scalpore fu la risposta a distanza del virologo del San Raffaele, Roberto Burioni, che bollò con un poco politically correct "la signora del Sacco", la direttrice della Microbiologia e virologia dell’ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo, che aveva classificato il Covid come "poco più di un’influenza", ora la comunità scientifica si è imbizzarrita per le dichiarazioni del il direttore della terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano, Alberto Zangrillo, secondo il quale ora "il virus è inesistente dal punto di vista clinico".

Qui a Firenze, come la pensano i clinici? Ci vanno con i piedi di piombo. "Ho visto un’attenuazione della patogenicità del virus, ma una scomparsa assolutamente no", dice convinto Pierluigi Blanc, direttore di Malattie infettive a Ponte a Niccheri. "In questi ultimi venti giorni abbiamo visto sicuramente una quantità di pazienti inferiore rispetto a prima, vorrei anche che la polemica sull’utilizzo dell’idrossiclorochina venisse ridimensionata perché la mia sensazione personale è che, invece, abbia funzionato – spiega l’infettivologo Blanc – Sicuramente non abbiamo avuto più tanti casi gravi come fino a metà aprile, ma negli ultimi dieci giorni abbiamo ricoverato tre pazienti con insufficienza respiratoria al limite della necessità di cure intensive". Dunque Blanc invita alla prudenza, sperando che il virus sia indebolito, anche se al momento non risulta.

"Di questo dovranno occuparsi gli scienziati – dice Carlo Nozzoli, direttore di Medicina interna 1, a Careggi – Però noi osserviamo, ormai da settimane, forme cliniche meno gravi. E segnalarlo credo che faccia bene al mondo scientifico". Nozzoli, dunque, più in linea con il pensiero di Zangrillo che ieri è stato attaccato duramente da Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia e virologia all’Università di Padova: "Scomparso? Non me lo spiego, è un atteggiamento ‘sportivo’ nei confronti del virus. E’ una follia".

Ma anche dall’Osservatorio epidemiologico dell’Agenzia regionale di sanità, il coordinatore Fabio Voller conferma, nella sua analisi dei numeri, che in Toscana "gli stati clinici dei nuovi casi sono sempre più spesso asintomatici: quasi il 90% nell’ultima settimana. I casi sono quindi intercettati facilmente, e tracciati in modo efficace i loro contatti".

Dunque? Probabilmente si conosce ancora troppo poco del virus e molte verità scientifiche devono ancora emergere.

E’ assai cauto nelle affermazioni anche il direttore delle Cure intensive di Careggi, Adriano Peris il quale, ancora, ha nel suo reparto 14 pazienti Covid ricoverati. "Non mi vergogno a dire che reputo pura fantasia che il virus abbia perso forza in tre settimane: le mutazioni possono avvenire, succede spesso, ma sono lente – spiega Peris – Anche sull’aggressività delle forme che si manifestano in queste ultime settimane, mi sembra che si resti in linea con quell’8-10% indicato all’inizio".

In equilibrio fra le posizioni il direttore del pronto soccorso di Careggi, Stefano Grifoni. Anche lui osserva un numero minore di forme gravi e soprattutto l’accesso di "asintomatici, scoperti positivi del tutto casualmente, perché hanno avuto necessità di ricovero dopo essere arrivati per un trauma o per un problema addominale".

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