"Vado a combattere per l'Ucraina e poi torno a Firenze"

Yevhenii Kharchuk vive da 4 anni in Toscana. "Ma adesso devo tornare nella mia Patria. Stanno morendo troppe persone per questa assurda guerra"

Manifestazione per la pace in Ucraina (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Manifestazione per la pace in Ucraina (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 3 marzo 2022 - «A Firenze ci sono mia madre, mia moglie, la mia vita, il mio lavoro. Però il mio cuore ora è a Kiev e io devo andare là ad aiutare perché in Ucraina stanno morendo donne, bambini per questa assurda guerra. Non lo posso permettere». Yevhenii Kharchuk ha 38 anni di cui gli ultimi 4 vissuti a Firenze, dove si è trasferito da Kiev, sua città natale e dove lavora come vigilante in un supermercato. In patria vive ancora una zia - «mia madre è sposata con un fiorentino» - «oltre a tanti amici». Ma ci sono tanti bambini, di cui mostra le immagini, con gli occhi impauriti. «Per questo devo tornare in Ucraina».

«Tutti i giorni parlo con i miei amici: non c'è cibo, donne e bambini dormono per terra, con la paura. Il mio cuore mi impone di tornare là, a combattere. Se ci penso ho un pò paura, ma poi guardo quelle foto la paura scompare. Io vado a combattere, per aiutare Kiev o qualsiasi altra città ucraina. Quando le cose saranno sistemate, tornerò in Italia». Il suo viaggio inizierà domani, in pullman e con tanti aiuti - cibo, vestiti, coperte, medicinali - raccolti con donazioni messe in piedi grazie al console onorario della Lituania a Firenze Enrico Palasciano e all'Istituto Scudi di San Martino, che ha visto impegnati Roberto Lupi e Raissa Kravchenko, rispettivamente presidente e l'ambasciatrice per la pace dell'Ucraina dell'ente.

Palasciano ha messo a disposizione la palazzina del consolato, in viale Belfiore per raccogliere gli aiuti. E ha attivato una raccolta fondi strettamente umanitaria: in due giorni 5mila euro. Tra gli aiuti Kravchenko spiega che sono arrivate tante coperte e vestiti per adulti, invece «mancano cibo, in piccole confezioni e prodotti per i bambini, soprattutto per la fascia 0-3 anni. Non ci sono tanti medicinali, kit di primo soccorso». «Ringrazio tutti - aggiunge -, c'è una grande solidarietà». «Saranno 19 ore di viaggio - torna a spiegare Kharchuk -. Per me è niente questo tempo e non ho paura degli eventuali posti di blocco. Porterò con me tante cose, grazie agli italiani che stanno aiutando il mio Paese: cibo, vestiti, coperte perché in quelle zone fa freddissimo, si toccano anche i 10 gradi sotto zero.

Arriverò al confine con Leopoli, dove c'è il punto di raccolta dei volontari: a Leopoli decideranno dove andrò a combattere. Vorrei arrivare a Kiev, tra le due città ci sono 550 chilometri: c'è l'autostrada ma anche tanti posti di blocco delle guardie russe, non è facile raggiungerla. Ci sono i bombardamenti e i russi cercano di isolare Kiev da ogni tipo di aiuto. Il mio obiettivo è aiutare: non ho una vera e propria specializzazione, ma - aggiunge sorridendo parlando del suo fisico imponente (ha il 48 di piede) - sono grande e ho molta forza fisica». «Sono pronto. Molte persone in Russia non si rendono conto di ciò che sta accadendo, c'è disinformazione, è quello che vuole Putin. Ci dicono che questa non è una guerra ma, fidatevi, lo è». «Slava Ucraini! - afferma alla fine -. Gli ucraini non si arrendono. Vado, aiuto e torno qui a Firenze. Devo ancora imparare bene l'italiano».