Guerra e paura Come parlarne ai bambini

Alessandra

Bondi *

La televisione era accesa, stava iniziando il tg e le prime notizie erano ovviamente sulla guerra. Mio figlio 5 anni passando davanti a quelle immagini mi chiede con interesse: "Cosa è quello che spara? Dove spara? Spara anche alle case?", riferendosi a un carro armato... Nemmeno 30 secondi che già stavo pensando a come spiegare in modo semplice un qualcosa di così complesso, senza spaventarlo troppo, ma soprattutto sentivo il sentimento più forte che una guerra ti porta a provare: il senso di impotenza. Come parlare della guerra ai nostri bambini? Credo che i bambini (e anche i ragazzi) abbiano bisogno di chiarezza, una chiarezza che può essere dolorosa ma che è pur sempre più utile che brancolare nel buio o nella penombra di fantasie e paure che possono fuorviare la loro idea di guerra ma anche di pace. Noi adulti possiamo aiutarli a riconoscere le emozioni che provano, anche se è importante che in primis noi abbiamo fatto i conti con il vissuto emotivo legato all’evento negativo che ci turba, così da non riversare sui bambini le nostre angosce. Essere sinceri nel dire che anche se siamo "grandi" abbiamo paura, che siamo preoccupati per quello che accade normalizza moltissimo cosa provano: non si sentono soli, ma compresi anche nel vivere emozioni più forti come negazione e rabbia. Aiuta molto anche coinvolgere i nostri bambini e ragazzi per dare un contributo positivo in modo concreto; da lontano, mi viene in mente ad esempio allestire occasioni di contatto e scambio con altri bambini ucraini e russi (perché le nostre scuole ospitavano già da prima entrambe le nazionalità). I modi sono moltissimi e tutti da inventare. Sapere di poter intervenire in qualche modo rompe l’angoscia dell’impotenza e apre strade di tolleranza e dialogo nel nostro piccolo raggio d’azione.

* psicologa psicoterapeuta

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