Marchio "scopiazzato" dai cinesi, Gucci vince in Cassazione

Il caso di una ditta orientale che aveva creato un simbolo simile alla celebre griffe

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Firenze, 17 ottobre 2018 - Piena tutela per il marchio Gucci, qualificabile come 'forte' e 'rinomato', contro le contraffazioni ma anche soltanto nei confronti di prodotti ispirati 'palesemente' alla nota griffe. La Corte di Cassazione, con la sentenza 26000 di oggi, ha cosi' accolto, con rinvio, il ricorso della casa di alta moda contro una ditta di pelletteria cinese che aveva registrato al posto delle due 'G', contrapposte in senso convergente, due 'C', contrapposte in senso divergente.

Per la Corte di appello di Firenze ciò non era sufficiente ad integrare la contraffazione. Il secondo marchio, spiegava la decisione di merito, 'pur evocando sfacciatamente il simbolo della Gucci, ne richiamava le fattezze impiegando lettere diverse e con un'impronta generale non graficamente sovrapponibile, con varianti che non potevano sfuggire ai clienti della rinomata casa'.

Per cui 'i prodotti dello Shaolin, non comparabili per qualità, non erano intesi a proporsi come 'Gucci', ma 'tipo Gucci', sfruttando la celebrità altrui, in tal modo esaltandola e non gia' svilendola'. Un ragionamento bocciato dalla Cassazione secondo cui la Corte territoriale 'laddove sembra valorizzare l'intento evocativo della celebre casa 'Gucci' perseguito dallo Shaolin con i suoi prodotti di pelletteria definiti 'alla maniera di...', trascura di valutare se ricorra il 'nesso'' e 'decisamente oblitera che più l'evocazione del marchio anteriore ad opera del marchio posteriore è immediata e forte, piu' aumenta il rischio che l'uso attuale o futuro del marchio posteriore tragga un vantaggio indebito dal carattere distintivo o dalla notorieta' del marchio anteriore o rechi loro pregiudizio'.

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