"Siamo in ginocchio": la lettera aperta del sindaco di Greve in Chianti

La richiesta al Governo di salvare i Comuni turistici, stremati dall'emergenza Covid-19. L'appello firmato insieme a 28 colleghi di tutta Italia

Paolo Sottani

Paolo Sottani

Greve in Chianti (Firenze), 14 maggio 2020 - “Il Governo salvi i nostri comuni, simboli del patrimonio italiano”. E' l'accorato appello del sindaco di Greve in Chianti Paolo Sottani, tra i primi promotori e firmatari della richiesta di respiro nazionale che 28 Comuni d’Italia, disseminati in varie regioni dello stivale, da nord a sud, rivolgono al Governo per salvare i piccoli e i medi Comuni a vocazione turistica. Quelle realtà che compongono e arricchiscono il patrimonio nazionale, costituito da risorse e ricchezze naturalistiche e ambientali necessarie alla stabilità economica dell’intero paese. “Riconosciamo il valore del nostro territorio – dichiara il sindaco Paolo Sottani – siamo consapevoli che ripartire dal valore aggiunto delle nostre eccellenze che spaziano dal settore agroalimentare ed enogastronomico alle testimonianze storico-artistico e culturali, dalle emergenze architettoniche alla bellezza del paesaggio in cui esse sono incastonate sia l’unica strada da intraprendere per la ripartenza. Purtroppo adesso siamo schiacciati dai colpi di una crisi sanitaria e sociale che si è inevitabilmente abbattuta sul fronte economico, causando un processo di impoverimento che spaventa per le sue ampie e crescenti proporzioni. Ne vengono colpite le imprese, i lavoratori e le famiglie. La crisi finanziaria investe i nostri territori il cui prodotto interno lordo dipende in gran parte dai flussi turistici, dal settore della ricettività e del mondo vitivinicolo”. Il pregio ambientale del Comune di Greve è legato alla nascita del circuito internazionale Città Slow che porta avanti da molti anni insieme a circa 200 città del mondo e al percorso avviato come territorio Chianti per la candidatura a patrimonio Unesco. “Siamo un piccolo comune turistico – aggiunge il sindaco - che rappresenta l’essenza italiana che trae forza dalle mani dei suoi produttori, dalle pietre della sua storia, dalla cura della campagna e dalla valorizzazione dei piccoli borghi che hanno permesso lo sviluppo di un turismo slow e sostenibile, pienamente rispettoso dell’ambiente. Ma rischiamo il tracollo. Le nostre entrate sono ridotte ai minimi termini e i servizi essenziali sono messi a rischio”. Alla luce di un bilancio che verrà indiscutibilmente penalizzato il Comune di Greve, unendosi alle voci dei colleghi, di cui 6 toscani (San Gimignano, Volterra, Montalcino, Montepulciano, San Vincenzo, Pienza), chiede al governo di non essere abbandonato. E conclude rivolgendosi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. "Chiediamo l’istituzione di un fondo per tutte le città turistiche, la possibilità di attingere non solo all’avanzo di amministrazione di parte libera e destinata, ma anche a quello vincolato per affrontare con tutti gli strumenti la crisi in atto. Chiediamo semplificazione nelle procedure, risorse o strumenti per gli investimenti in manutenzione, non possiamo permettere che il Covid-19 si porti via anche la nostra storia; chiediamo interventi nazionali e fondi di sostegno per gli operatori locali. Da soli non ce la potremo fare: chiediamo allo Stato di darci una mano per farci trovare pronti a ripartire quando tornerà il turismo in Italia”. I sindaci d’Italia sono invitati a firmare la petizione: https://www.petizioni.com/appello_per_salvare_i_gioielli_turistici_ditalia.  

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