Green pass Nei bar non c’è assembramento

Monica

Coppoli *

Green pass? L’ennesima follia. Un conto è l’introduzione per i luoghi di massima affluenza come gli stadi, le arene, gli aeroporti eccetera, dove comunque avrebbe un senso e servirebbe a contenere il rischio di assembramenti e una eventuale escalation di contagi. Un conto sono i nostri bar e negozi già sottoposti a regole stringenti e norme che rispettiamo. Introdurre un green pass in questo momento, in cui le vaccinazioni hanno raggiunto poco più del 50 per cento della popolazione, è un’ulteriore limitazione alla nostra attività. Bar e ristoranti sono vuoti. I saldi procedono tra l’altro a rilento, almeno nelle città d’arte come la nostra. Purtroppo a Firenze le svendite estive, in cui tanti hanno sperato fino alla fine, non sono ancora decollati. Anche se bisogna fare una differenza tra i negozi del centro storico che stanno soffrendo di più e quelli delle periferie che, invece, almeno in settimana lavorano. D’altra parte per oltre un anno le persone sono rimaste in casa e gli armadi sono pieni di vestiti che non sono mai stati indossati. Con un risultato: i nostri magazzini sono ancora pieni. Perché? Il weekend i fiorentini sono tutti al mare,

la città si svuota e i turisti non sono ancora tornati. In settimana va meglio ma siamo lontani dai numeri che si registravano prima del covid. Poi, il provvedimento di chiusura della Ztl non ha aiutato le attività. Se le persone non sono messe in condizione di raggiungerci e di parcheggiare ci chiediamo come possano fare acquisti

in centro. Le restrizioni in arrivo poi non aiuteranno di certo il gran rientro dei viaggiatori di tutto il mondo. Bisogna trovare un giusto equilibrio tra la tutela della salute e dell’economia.

Il prima possibile.

* portavoce della community Esistiamo