Green pass, corsa all’organizzazione "Ci affideremo a dei professionisti"

Tanti nodi da sciogliere sulla gestione delle verifiche: i colossi ancora non si sbilanciano. Ma il tempo stringe. L’impresa di profumi a gestione familiare: "Tempi e costi aumenteranno, ma la misura è sostenibile"

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di Alessandro Pistolesi

È successo per l’obbligo delle mascherine, per il distanziamento, per il coprifuoco. E il Green pass non fa eccezione: per interpretare a fondo le regole c’è bisogno di precisazioni e approfondimenti. Essere precipitosi può rivelarsi un boomerang. Intanto però il tempo stringe: le aziende hanno meno di un mese per farsi trovare pronte al 15 ottobre quando tutti i dipendenti dovranno avere il Green pass per entrare a lavoro. Non rischiano solo i dipendenti – lo stipendio sarà sospeso dal primo giorno di assenza (non è previsto invece il licenziamento) – ma anche i datori di lavoro: chi non esegue i controlli può incorrere in multe salate, dai 400 ai 3mila euro.

Intanto è già iniziata la corsa all’organizzazione. I colossi del territorio per adesso non si sbilanciano e preferiscono attendere le Faq del governo prima di annunciare il loro piano di azione. Nel decreto è specificato che le verifiche potranno anche essere a campione, meglio se all’accesso dei luoghi di lavoro. È necessario individuare con atto formale i soggetti incaricati dell’accertamento.

Le incognite da spazzare via non mancano ma le piccole e medie aziende si stanno già attrezzando. È il caso di ’Teatro Fragranze Uniche’, impresa a gestione familiare con base a Sesto Fiorentino. "Ci appoggeremo a dei professionisti specializzati nella sicurezza sul lavoro – spiega una delle socie, Gaia Caiani –. Un passaggio che in tempo di Covid si è reso necessario fra obbligo di mascherina, misurazione della febbre e registri per segnare tutti gli accessi. E ora il Green pass, una misura giusta, sostenibile e applicabile dopo un po’ di rodaggio. Mi auguro ad esempio che l’applicazione per gestire i controlli preveda un alert che avvisi sulla scadenza del certificato verde per ogni lavoratore". Adeguarsi alle regole richiederà tempi e costi aggiuntivi. "Lo abbiamo messo in conto – prosegue la socia di ’Teatro Fragranze Uniche’ –. Farsi aiutare da consulenti esterni è l’unico modo per far sì che il rispetto delle procedure non diventi un altro lavoro".

All’orizzonte anche un altro, grande problema: le imprese a gestione familiare che devono fare i conti con uno zoccolo duro di dipendenti ’ribelli’ rischiano il blocco della produzione. "Nel nostro caso specifico abbiamo tutti i lavoratori vaccinati, tranne due che però hanno dimostrato flessibilità, sono quindi fiduciosa – spiega Caiani –. Una collaborazione fra datori di lavoro e dipendenti è indispensabile, altrimenti ci troveremmo in grande difficoltà. Abbiamo sofferto a lungo durante la pandemia, lo stesso i nostri dipendenti. Non diventeremo sceriffi ma rispetteremo le regole con serenità". Insomma, un’appello alla collaborazione. "È ingiusto – conclude –, che un’azienda debba accollarsi il costo dei tamponi. In questa fase è fondamentale chiedere a tutti di essere ragionevoli, in nome del bene comune".

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