Green pass, Confcommercio Toscana: "Le nuove norme penalizzano i negozi"

Il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni si scaglia contro alcune novità dell'ultimo Dpcm: "Abbiamo sempre accettato il green pass, ma penalizzare la piccola distribuzione è assurdo"

Green pass

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Firenze, 24 gennaio 2022 - «Siamo al ridicolo: dal primo febbraio chi è senza Green pass potrà acquistare il quotidiano al supermercato, ma non in edicola. E lo stesso vale per profumi, pentole, televisori o magliette, che saranno in vendita per tutti sugli scaffali della grande distribuzione organizzata, ma non nei negozi specializzati, dove entrerà solo chi ha la certificazione verde. È una norma assurda e inaccettabile, con cui di fatto il Governo favorisce la concorrenza sleale ai danni dei negozi, che già fanno salti mortali per sopravvivere tra calo dei consumi, crisi da Covid e caro bollette».

Così il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni commenta la novità, scaturita dalla risposta ad una Faq sul nuovo Dpcm che fissa l'elenco di esercizi esonerati dal chiedere la certificazione verde dal mese prossimo.

«Abbiamo sempre accettato il Green pass - aggiunge in una nota -, convinti che possa essere uno strumento per dare un impulso decisivo alla campagna vaccinale, aumentare i livelli di sicurezza e non chiudere più le nostre attività. Lo consideriamo un 'male necessario' per uscire più in fretta dall'incubo della pandemia, nonostante le complicazioni burocratiche e gestionali che derivano dalla sua applicazione e che gravano solo sulle nostre spalle. Ma non possiamo tollerare che diventi un mezzo per creare figli e figliastri tra le imprese».

Per Marinoni «ora si sfiora l'assurdo quando per acquistare gli stessi prodotti io non ho bisogno del Green pass se entro in un supermercato, mentre mi serve se mi rivolgo ai negozi della distribuzione tradizionale». Confcommercio chiede quindi che il Governo torni sui suoi passi: «A più livelli stiamo facendo pressione - aggiunge Marinoni, - perché il legislatore corregga l'evidente anomalia in tempo per l'entrata in vigore dell'obbligo», «non è solo una legittima questione di principio - conclude -: si tratta di evitare altre perdite di incassi e fatturato a piccole e medie imprese già provatissime».

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