Green pass: cosa c'è da sapere e perché è importante. Via libera anche dall'Europa

Proprio oggi semaforo verde per il certificato Covid digitale europeo. Ecco le novità

Green pass vaccinale per viaggiare (ImagoE)

Green pass vaccinale per viaggiare (ImagoE)

Firenze, 9 giugno 2021 - Nel giorno del via libera del Parlamento europeo al certificato Covid Ue digitale, è bene rifare chiarezza su tutte le regole che ruotano intorno al green pass. Si tratta del certificato introdotto dal governo italiano per regolare gli spostamenti tra regioni in fascia arancione o rossa (colori fortunatamente adesso non presenti). Il documento dimostra di essere stati vaccinati o di essere guariti dal Covid-19 o di essersi sottoposti a tampone con esito negativo.

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Cosa posso fare con il green pass

Il green pass serve per partecipare a feste di nozze in fascia bianca dal 31 maggio scorso e, dal 15 giugno, nelle zone ancora gialle. È molto probabile che questo pass serva poi anche per entrare in discoteca (proprio in queste ore se ne sta discutendo), per partecipare a concerti o per assistere a convegni e conferenze.

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Il green pass servirà per viaggi e eventi

Chi ha il green pass deve rispettare le nome anticontagio?

Assolutamente sì, in quanto non può essere garantita la totale eliminazione del rischio di prima infezione nei vaccinati o di reinfezione nei guariti, anche a causa della circolazione delle varianti, nè può essere escluso il rischio di trasmissione del virus. Ugualmente, non è escluso il rischio di prima infezione e, conseguentemente, il rischio di trasmissione in chi abbia un tampone negativo. Pertanto, anche chi è in possesso della certificazione verde deve continuare a indossare le mascherine, rispettare il distanziamento fisico e igienizzare frequentemente le mani.

Come ottenere il green pass nazionale?

Per i vaccinati «la certificazione è rilasciata, in formato cartaceo o digitale, dalla struttura sanitaria ovvero dall'esercente la professione sanitaria che effettua la vaccinazione». Per i guariti dal Covid la certificazione verde è rilasciata «in formato cartaceo o digitale, dalla struttura presso la quale è avvenuto il ricovero del paziente affetto da Covid-19, oppure, per i pazienti non ricoverati, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta». Il risultato negativo del tampone viene attestato dalla farmacia o dal laboratorio privato in cui si effettua il test molecolare o antigenico.

Il green pass è già in vigore?

Certo che sì. I certificati di avvenuta vaccinazione o di guarigione dal Covid, siano essi cartacei o digitali, hanno già valore di green pass nazionale.

Quanto dura il green pass?

Nove mesi «a far data dal completamento del ciclo vaccinale». È stato deciso di rilasciare la certificazione al momento della somministrazione della prima dose di vaccino, con validità dal «quindicesimo giorno successivo alla somministrazione fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale». La durata della certificazione verde in caso di guarigione resta di sei mesi a partire dall'avvenuta guarigione dal Covid. In caso di tampone negativo, il certificato ha una validità di quarantotto ore dall'esecuzione del test. Di fatto per chi fa il vaccino AstraZeneca (la seconda dose viene somministrata dopo circa tre mesi), il green pass ha una validità di quasi un anno. Per chi invece riceve la somministrazione di quello di Johnson&Johnson (una sola dose) la durata del documento è di 9 mesi. Per chi ricorre ai vaccini a Rna messaggero Pfizer e Moderna (richiamo dopo 42 giorni) va calcolata una durata intermedia.

Il Green Pass devono averlo anche i minori?

Sì, a partire dai 2 anni di età. Insomma, le famiglie con bambini piccoli possono partecipare a matrimoni, battesimi e comunioni mostrando il green pass proprio e dei minori a carico.

Ha un costo?

Il certificato è gratuito. Resta invece a pagamento il tampone. Quello molecolare è preferibile (costa mediamente 80 euro).

Comune funziona il Green Pass europeo?

Gli eurodeputati hanno approvato i nuovi regolamenti sul certificato Covid digitale. Il certificato sarà rilasciato gratuitamente dalle autorità nazionali e sarà disponibile in formato digitale o cartaceo con un codice QR. Il documento attesterà che una persona è stata vaccinata contro il coronavirus o ha effettuato un test recente con esito negativo o che è guarita dall'infezione. In pratica, si tratta di tre certificati distinti. Un quadro comune dell'UE renderà i certificati compatibili e verificabili in tutta l'Unione europea, oltre a prevenire frodi e falsificazioni. Il sistema si applicherà dal primo luglio e resterà in vigore per 12 mesi. Il certificato non costituirà una condizione preliminare per la libera circolazione e non sarà considerato un documento di viaggio. Il pass attesterà l'avvenuta vaccinazione completa (con validità a partire da 14 giorni dopo l'ultima dose), la guarigione dalla Covid-19 (fa fede il tampone positivo, dopo l'undicesimo giorno per 180 giorni) e l'esito negativo di un test (72 ore di validità per il molecolare, 48 ore per il rapido).

L’Italia come si collegherà alla piattaforma comunitaria?

L’Italia ha già fatto le prove tecniche e deve eseguire solo l’ultimo passaggio. Nei prossimi giorni il sistema sarà operativo attraverso due App già abbastanza diffuse: Io e Immuni. Nel primo caso si accederà con Spid o con la carta di identità elettronica e si scaricherà il pass; se si opta per Immuni, dal ministero dell'Innovazione spiegano che per accedere al certificato occorrerà una password generata con il sistema Otp (one time password), cioè una chiave di accesso “usa e getta”.

Figliuolo: "Pronti in pochissimi giorni"

«Sul green pass noi siamo pronti, è questione di pochissimi giorni ». Così il commissario Francesco Paolo Figliuolo a margine della consegna di un Defender alla struttura commissariale da parte dell'Agenzia industrie difesa.

Meloni: "Green pass non sia ricatto"

"Non permetteremo mai che il Green Pass nazionale diventi un metodo per ricattare i cittadini, negando loro la libertà di viaggiare, andare ad un concerto o cenare al ristorante come tutti. L'idea di essere costretti ad avere un lasciapassare per partecipare alla vita sociale è raggelante, letteralmente incompatibile con gli standard di una Nazione libera. Lo diciamo da sempre: questo strumento non può e non deve rientrare nella 'normalità' delle cose. Ripartire sì, ricattare no".