Gli aiuti a parole non sfamano le famiglie

Giovanni

Pallanti

Il governo nazionale ha prorogato lo stato d’emergenza fino al 15 ottobre. Questo vuol dire che gli italiani vivranno ancora mesi particolari sul piano economico e dell’ordine pubblico anche a Firenze. Sul piano economico il presidente del Consiglio Conte ha più volte detto: "Non lasceremo nessuno indietro". Ho fatto una ricerca tra le persone che sono in cassa integrazione in deroga. Risultati: moltissimi da febbraio a luglio hanno ricevuto 523 euro ciascuno. A tante persone, sempre a Firenze, nel periodo febbraio-luglio sono stati erogati da Palazzo Vecchio, in sei mesi!, buoni spesa per 110 euro ciascuno. Neppure sufficienti per comprare pane, olio e cipolle. Ovviamente chi non lavora ed è in una casa in affitto come fa a pagare il canone mensile?

Il Comune di Firenze ha pubblicato una lista delle famiglie che avrebbero diritto a questo contributo. Ho fatto un’indagine sulle prime 450 famiglie che sono state ritenute bisognose di questo aiuto, su oltre 3.000 famiglie che avevano fatto la stessa richiesta. Ebbene ad oggi nessuno dei capi famiglia da me interpellati ha visto un euro. Menomale che il presidente Conte si prodiga negli aiuti a parole. Ma come dice un proverbio, le parole non fanno farina. L’ordine pubblico: i carabinieri sono in una crisi etica senza precedenti. Lo scandalo di Piacenza è l’ultimo di una serie agghiacciante. L’opinione pubblica sta perdendo la fiducia in un’Arma che fino a poco tempo fa era definita Benemerita. Peggio di così…

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro