Firenze, 23 novembre 2022 – Non si placano le polemiche sulla vertenza dell'ex Gkn, ora Qf, di Campi Bisenzio (Firenze). Nelle ultime due settimane è successo di tutto. Prima Palazzo Vecchio occupato dai lavoratori che hanno passato lì la notte del 14 novembre, poi il Consiglio comunale interamente dedicato all'azienda dove però non si è presentato il proprietario di Qf Francesco Borgomeo. Gli esponenti di centrodestra hanno criticato la scelta del presidente dell'assemblea cittadina Luca Milani che ha voluto ribadire la sua posizione, spiegando che si è trovato di fronte ad un bivio. “Se avessi svolto il Consiglio comunale in fabbrica avrei diviso i consiglieri – ha detto Milani -. Se avessi invitato Borgomeo avrei creato una frattura con i lavoratori. Fare politica significa mediare e prendersi la responsabilità delle scelte. Il Consiglio comunale del 21 novembre non è stato un processo, come qualcuno ha detto, lo sarebbe sicuramente diventato, se fosse intervenuto Borgomeo perché non avremmo parlato del valore del lavoro da riportare in quella fabbrica e della necessità di tutelare il territorio, ma della proprietà e delle accuse mosse verso i lavoratori; avremmo guardato indietro, invece che guardare avanti”.
Milani ha spiegato che la lotta dei lavoratori “è sacrosanta”. “Senza promesse irrealizzabili, abbiamo fornito sostegno ai lavoratori – ha concluso – e abbiamo cercato di far ripartire una situazione che stava vivendo un periodo di impasse. Utilizzo le parole del cardinale Betori e lo ringrazio per la sua testimonianza che nell’esprimere la vicinanza di tutte le confessioni religiose ai lavoratori ha detto 'da questa vicenda se ne può uscire tutti insieme, non da soli' utilizzando le parole di un altro Milani ben più illustre di me, 'un certo don Lorenzo', che proprio così definiva la politica, l’altro modo è l’avarizia”.
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