Gkn, lo scontro è sempre più aspro "Il fondo disprezza le istituzioni"

Il sindaco Fossi: "Nessun rispetto per la vita delle persone, ora si presentino al tavolo del 4 agosto". Giani va all’attacco: "Melrose deve finire in una lista nera". La Fiom-Cgil: "Risponderemo con fermezza"

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di Barbara Berti

"Inaccettabile". E’ il coro che si alza da Campi a Roma: lavoratori, sindacati e istituzioni ritengono offensivo e provocatorio l’atteggiamento di Melrose Industries, il fondo finanziario con sede a Londra, che nel 2018 ha acquisito Gkn e che ora se ne vuole liberare. Lo scorso 9 luglio, senza preavviso e "senza motivo", la proprietà dello stabilimento dove si producono componenti per il settore auto, ha deciso di chiudere e licenziare tutti.

Venerdì scorso, quando alla fabbrica di Capalle è arrivato Maurizio Landini, segretario generale della Cgil nazionale, per portare la sua solidarietà ai 500 lavoratori in presidio permanente (422 dipendenti diretti e un’ottantina quelli delle ditte in appalto), e in contemporanea è giunta dal Mise la convocazione per il nuovo tavolo di crisi (il 4 agosto alle 15 in Prefettura a Firenze), la proprietà di Gkn, con una nota, ha ribadito la sua posizione: "la pre-condizione negoziale di revoca della procedura di licenziamento per i 422 dipendenti della Gkn non può essere accolta, stante la decisione di chiusura assunta". E ha anche respinto "ogni accusa su una sua presunta mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni, legata alla legittima osservazione che il coinvolgimento del ministero dello Sviluppo economico in questa vertenza rappresenti una variazione dalla norma di legge".

Dal Mise nessun commento ufficiale ma se questa è una dichiarazione di guerra, al tavolo istituzionale la viceministra Alessandra Todde (che già all’incontro del 15 luglio aveva fatto sentire la sua voce) è pronta ad aprire il fuoco. "Le istituzioni sono da rispettare per principio e perché hanno la salvaguardia del territorio della vita delle persone. Cose che questo fondo ha dimostrato di disprezzare" tuona il sindaco di Campi, Emiliano Fossi, dichiarando che l’unica cosa che Melrose può fare sia venire "all’incontro del 4 agosto, in presenza, e ritirare i licenziamenti".

Anche Eugenio Giani, governatore della Toscana, risponde al ‘fuoco nemico’: "Serve una ‘black list’ che allontani dall’Italia gruppi finanziari che si rendono protagonisti di questi atteggiamenti". L’atteggiamento della proprietà non stupisce lavoratori e Rsu aziendali che continuano l’assemblea permanente con ancora più forza. "Risponderemo alla fermezza dell’azienda con altrettanta fermezza e lo faremo al tavolo istituzionale del 4 agosto" dice Daniele Calosi, segretario generale Fiom-Cgil Firenze che sta portando avanti anche una battaglia legale per comportamento antisindacale dell’azienda. "Mi auguro di vedere i signori di Merlose al tavolo: chi fino a oggi sta sfuggendo e perdendo tempo sono loro che con quell’atteggiamento sono in una posizione isolata" conclude Calosi.

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