Gkn, ora gli operai pensano positivo. "Ripartiremo con la produzione"

Le Rsu dopo la sentenza del giudice: "L’obiettivo è la ripartenza dello stabilimento". Tutti gli scenari

Lavoratori ex Gkn (Ansa)

Lavoratori ex Gkn (Ansa)

Campi Bisenzio (Firenze), 22 settembre 2021 - Dopo la revoca della procedura di licenziamento collettivo, inizia il secondo tempo della lotta degli operai di Gkn. «L’obiettivo è la ripartenza produttiva dello stabilimento» fanno sapere dalle Rsu della fabbrica dove il presidio permanente va avanti e «la mobilitazione continua, ancora più forte e intensificata«. «Ci stiamo riorganizzando anche dal punto di vista pratico visto l’inizio dell’autunno« specifica Matteo Moretti della Rsu. Tra le prossime mosse c’è quella - chiesta anche sabato dal Piazzale Michelangelo - dello sciopero, magari prima a livello regionale e poi generale. Richiesta che si rafforza anche alla luce di quanto accaduto l’altro ieri ai lavoratori di Ita-Alitalia: «sulle teste delle nostre compagne e compagni di Ita-Alitalia sono arrivate anche botte e manganelli« denuncia pubblicamente il Collettivo di Fabbrica. «Esiste un filo che collega Gkn ad Alitalia, passando dalle lavoratrici e dai lavoratori del Monte dei Paschi di Siena o del vicino Cartonificio di Sesto Fiorentino a cui pure oggi (ieri, ndr) abbiamo portato solidarietà in occasione del loro sciopero. Questo filo, se lo tiri e lo segui, ci porta tutti verso la stessa piazza».

Accanto alle iniziative di piazza, c’è la discussione più istituzionale. Ieri alle 17 all’hotel Londra la proprietà dell’azienda aveva convocato i sindacati e le Rsu per far ripartire la procedura di licenziamento collettivo. Come aveva annunciato subito dopo la sentenza del tribunale, l’azienda è intenzionata a smobilitare lo stabilimento di Campi. Quindi l’incontro doveva dare corso all’informativa e consultazione dell’art. 9, prima parte, del contratto collettivo nazionale, nonché al confronto menzionato nell’accordo aziendale del 9 luglio 2020: ossia, secondo quanto ha dichiarato Gkn, ciò che ha ordinato il Tribunale di Firenze nella sentenza con cui lunedì scorso ha revocato la procedura di licenziamento collettivo nei confronti dei 422 dipendenti della fabbrica. Ma Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil e la Rsu non si sono presentate.

«Siamo disponibili al confronto, ma in sede istituzionale - fa sapere la Fiom-Cgil di Firenze tramite Andrea Brunetti - e chiediamo che sia il ministero dello Sviluppo economico a convocare gli incontri«. La linea del sindacato, quindi, resta ferma: no a incontri in alberghi o in luoghi non istituzionali (sedi che già nei mesi scorsi l’azienda aveva proposto). «Il Mise ci sembra la sede più consona per parlare dello sviluppo futuro dello stabilimento di Campi« dice ancora Brunetti. E aggiunge: «Anche per capire i motivi per cui la proprietà ha aperto una procedura di licenziamento collettivo ed evitare che la riapra».

A tal proposito la viceministra del Mise Alessandra Todde pare intenzionata a convocare l’incontro nel giro di pochi giorni. E anche la Regione Toscana chiede di dare un segnale concreto alla sentenza del Tribunale di Firenze. «La decisione del tribunale di Firenze è una vittoria della Fiom Cgil che mette a segno un punto importante, da cui ripartire. Ora ciascuno faccia fino in fondo la propria parte senza perdere tempo prezioso». Intanto il Consiglio regionale ha approvato una risoluzione che impegna la giunta ad «attivarsi per monitorare, assieme a tutti i livelli istituzionali a partire dal Governo, l’evolversi della situazione alla luce della sentenza del Tribunale»e ad «attivarsi nei confronti del Governo affinché venga approvata, quanto prima, una proposta di legge che contrasti in modo efficace le delocalizzazioni di aziende che non presentano segnali di crisi, le disincentivi attraverso un incisivo apparato sanzionatorio, con particolare riferimento a quelle aziende che hanno ricevuto finanziamenti pubblici».

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