"Gkn non rispetta i suoi valori etici. Lo faremo sapere a clienti e mercato globale""

La strategia del presidente della Toscana Giani per i 422 lavoratori: «La Toscana della civiltà non tollera lo schiaffo, reagiamo». «Obiettivo immediato: portare il Fondo Melrose al tavolo delle trattative. Coinvolgere anche Fca. Il Governo è con noi»

Il presidente Giani nello stabilimento; a destra, lo sconforto dei lavoratori

Il presidente Giani nello stabilimento; a destra, lo sconforto dei lavoratori

Campi Bisenzio (Firenze), 12 luglio 2021 - Cuore e ragione. La strategia che ha pensato il presidente della Regione Eugenio Giani mette insieme tutto: sentimento, attaccamento al territorio, senso di appartenenza, coinvolgimento della politica e delle istituzioni, uffici legali al lavoro. Un piano con un obiettivo chiaro: far uscire la proprietà della Gkn, il fondo Melrose Industries, dall’arroccamento dei tagliatori di testa e portarla al tavolo del confronto. E se non fosse così, Giani ha pronto un piano B, parallelo. Una vera e propria controffensiva che varcherebbe i confini nazionali per andare a ’sensibilizzare’ la proprietà sul mercato internazionale e per coinvolgere anche Fca, uno dei maggiori clienti di Gkn.

Presidente Giani dopo la notizia della mazzata sui lavoratori, è andato in fabbrica a incontrarli.  «Mi sono portato a casa le loro parole e le ho fatte mie... Quando mi hanno detto: presidente non ci lasciare soli. Io soli non li lascio, percorreremo tutte le strade possibili. Lo prometto. Ho trovato gente dignitosa in un dramma enorme, sobrietà nella rabbia inevitabile. La difesa del lavoro della Gkn sarà la mia battaglia». Settant’anni dopo La Pira che difendeva il lavoro del Pignone... «Erano altri tempi, è cambiato tutto, ma non viene meno il dovere di difendere i diritti dei lavoratori fino in fondo. Ora la dimensione del mercato globale ha stravolto tutto. Gli obiettivi per molti sono solo il profitto, comunque sia raggiunto». Non fa parte della cultura del lavoro della nostra terra. «L’atteggiamento messo in atto dalla proprietà, il fondo Melrose, è vergognoso. La Toscana è terra di civiltà e non tollera che questo avvenga. E’ stata messa in atto una procedura inaccettabile perché l’azienda non ha alcun problema di produzione al di là di flessioni fisiologiche. Un atto che offende la professionalità dell’azienda e dei suoi lavoratori. Si guarda solo all’aspetto finanziario da quando la Gkn è entrata nell’orbita del fondo».  Non c’è tempo da perdere. Quale strategia che ha pensato di mettere in atto in questi giorni? «C’è la strada maestra che ci dice di cercare di dissuadere il cda da questa procedura unilaterale e far entrare la vertenza nei binari diciamo consueti, quelli che prevedono la cassa integrazione e altri ammortizzatori sociali. La proprietà deve sedersi al tavolo, devono far vedere i conti, non possono ledere i diritti così». Ma dopo lo schiaffo alla Toscana bisogna trovare anche altre strade. Lei vuol lanciare una vera e propria controffensiva se la proprietà continua a non dialogare. «Abbiamo un percorso da seguire. Il fondo si rifà a principi etici. Oltre a comprare e vendere si ispira anche alla valorizzazione del bene di cui è proprietario. E la Gkn come è stata valorizzata? Licenziando in tronco le maestranze, lasciando i robot nel cellophane e le linee produttive con le commesse pronte? Faremo sapere ai clienti internazionali del fondo come si comporta. Una campagna per mobilitare l’opinione pubblica. Ma stiamo anche verificando anche altre forme giuridiche per interventire». Tra i clienti della Gkn c’è anche Fca, la Fiat. «Avvieremo contatti anche con la dirigenza Fca, vogliamo convolgere tutti i soggetti possibili». Il governo è in campo. «Il ministro Orlando e la viceministra Todde hanno acceso i riflettori sulla Gkn. La Regione deve trovare subito lo Stato al suo fianco. E così è stato. Anche il ministro Giorgetti farà la sua parte». E c’è l’autorevolezza internazionale del premier Draghi. «L’Italia deve far sapere che qui non è terra da far west dove si viene, si compra e si fa quello che si vuole». Prima la Bekaert, poi la Gkn. Serve una legge nazionale per arginare le delocalizzazioni. «Urge un intervento del legislatore nazionale, non si puù continuare con questa mattanza dei lavoratori».