Gkn, i licenziamenti: dalla Bekaert alla Giga, quante ferite per il tessuto economico

Le ferite aperte in provincia di Firenze: da Rufina fino a Scandicci. Una mappa desolante con centinaia di lavoratori in ginocchio

Lavoratori Bekaert

Lavoratori Bekaert

Firenze, 1o luglio 2021 - Cade giù, pezzo dopo pezzo, e ogni volta apre voragini desolanti e incolmabili. È un violento stillicidio quello che sta colpendo il tessuto economico locale, strapazzato dalla pandemia senza anticorpi o forse tutele efficaci. C’è rabbia, incredulità e desolazione nel volto dei 422 lavoratori della Gkn che ieri hanno appreso con una mail sul telefonino di non avere più un lavoro. Così, senza preavviso. Purtroppo, a queste latitudini, è un film già visto e che sembra ripetersi fino quasi a diventare un’atroce abitudine.

Basta guardare quanto accaduto negli ultimi mesi alla Bekaert di Figline Valdarno. L’odissea della dismissione si è trasformata in un incubo per 113 lavoratori. Dopo mesi logoranti di trattative e tentativi, sfumato anche l’accordo al Ministero, sono partite le lettere di licenziamento .

Dalle multinazionali alle catene dei grandi marchi fino agli stabilimenti-icona, come la Roberto Cavalli, che non meno di un anno fa ha chiuso i battenti e traslocato in quel di Milano. In cento hanno rifiutato il trasferimento e si sono ritrovati senza lavoro. Ma l’elenco purtroppo è lungo e tocca tutta la provincia fiorentina. E nessun settore sembra essere immune. Si va dalla moda alla metalmeccanica fino alle cucine industriali.

Tra le ferite che si sono aperte di recente c’è infatti la Giga Grandi Cucine, l’azienda di via Pisana a Olmo di Scandicci. Anche in questo caso il tempo stringe: restano sei mesi scarsi per dare un futuro a 47 lavoratori.

È di pochi giorni fa anche lo stato di agitazione della Steab, storica azienda impegnata nella realizzazione di componenti per impianti elettrici. Alla Rufina c’è un’intera comunità in apprensione per il futuro di cinque famiglie che vedono buio davanti a loro. Buio che nel 2019 era calato improvvisamente anche sui magazzini di Zara a Reggello con 39 magazzinieri costretti a 28 giorni di sciopero e occupazione prima del salvataggio in extremis.

Il fuggi-fuggi generale non ha risparmiato nemmeno il centro storico. Le vittime più illustri nel recente passato? Moreschi, il negozio di scarpe d’alta moda di via Calimala che ha alzato bandiera bianca davanti a un affitto diventato insostenibile e l’Hotel Villa La Vedetta che ha gettato la spugna lasciando a casa 15 dipendenti. I sindacalisti della Cisl citano anche il caso eclatante della Electrolux di Scandicci definendo la doccia ghiacciata della Gkn come "l’ennesima vigliacca ferita che subisce il territorio fiorentino, che rischia di perdere un’altra importante azienda". Già, una sconfitta dietro l’altra. Tante, troppe voragini in un tessuto economico fragile che fatica sempre di più a rimanere in piedi, lasciando in ginocchio centinaia di lavoratori.