Gkn Firenze, licenziamenti via mail e chiusura: uno schiaffo alla Toscana post pandemia

Lettere della multinazionale via mail agli operai di Campi Bisenzio. Assemblea permanente. Le istituzioni subito in campo: "Offesa"

Un momento dell'assemblea permanente (Fotocronache Germogli)

Un momento dell'assemblea permanente (Fotocronache Germogli)

Firenze, 10 luglio 2021 - Tutti licenziati. Con una mail. Anzi una Pec. Perché nessuno potesse far finta di non averla ricevuta. Un bip sullo smartphone e la vita dei 422 lavoratori della Gkn a Campi Bisenzio è cambiata. Nessuno era in fabbrica. A tutti era stato dato un permesso retribuito concordato da tempo.

Cosa produce la Gkn

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Un’ulteriore, crudele, beffa. Così quando tutti si sono precipitati nello stabilimento lo hanno trovato chiuso. Già sbarrato. Dentro solo un piccolo esercito di addetti alla sicurezza che non è bastato a evitare l’occupazione della fabbrica.

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Dalla mattina di venerdì gli operai sono in assemblea permanente pronti "a opporsi con tutte le forze" davanti a "un fatto inaccettabile". Gkn è un’azienda produttrice di semiassi per case automobilistiche, in particolare per Fiat Chrysler Automobiles. E Fca è nei primi dieci produttori di automobili al mondo.

Ai 422 lavoratori di Gkn vanno aggiunti gli addetti alla logistica, alla mensa. Contando anche le inevitabili ripercussioni sull’indotto, il numero di chi rischia di perdere il lavoro sale a oltre 600. Una bomba sociale.

Il sindaco di Campi, Emiliano Fossi e tutta la giunta si sono riuniti davanti ai cancelli e da ieri sera è partita la staffetta a oltranza di tutti e 41 i sindaci dell’area metropolitana mobilitati dal sindaco della Metrocittà Dario Nardella.

Perché le ricadute della chiusura della fabbrica ci saranno in tutta l’area. "Resteremo – ha detto Nardella – fino a quando non si fermerà questo atto di gravità inaudita". E oggi anche la segretaria regionale del Pd, l’europarlamentare Simona Bonafè, con tutta la segreteria dem sarà davanti ai cancelli della fabbrica. Ed eguale sdegno è arrivatondal fronte del centrodestra con Francesco Torselli (FdI) e Alessandro Scipioni (Lega).

I proprietari della Gkn non sono industriali, dal 2018 è passata a un fondo di investimento finanziario inglese la Melrose Industries. L’Unità di crisi della Regione è subita scesa in campo con Valerio Fabiani e il governatore Eugenio Giani ha contattato il Mise e la direzione italiana della multinazionale: "Fatto inaccettabile e di gravità inaudita. Ci opporremo con tutte le nostre forze. Il governo – conclude Giani – deve intervenire, questo è un caso nazionale". Gli fa eco la la ViceMinistra allo Sviluppo Economico Alessandra Todde: "Ho confermato al presidente Giani che il Mise è a supporto della Regione".

"Chiederò a tutti i capigruppo in Consiglio regionale di incontrare i dipendenti della Gkn di Campi, perché, senza distinzioni fra maggioranza e opposizioni, dobbiamo tutti stare a fianco di lavoratori in lotta per la difesa del proprio posto di lavoro", dice il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, sulla chiusura della fabbrica con 422 licenziamenti immediati.

Pesanti le parole del segretario Fiom Cgil di Firenze, Daniele Calosi: "Sembra la scena di un film già visto con il caso della Bekaert: una scelta criminale di una multinazionale. I datori di lavoro vogliono che il costo di questa crisi ricada sulle persone che per vivere devono lavorare. Un comportamento intollerabile, di una azienda associata a Confindustria".

Confindustria Firenze intanto si dissocia anche "a tutela delle imprese dell’indotto". La richiesta all’azienda dei sindacati è "il ritiro immediato della procedura di licenziamento e l’attivazione degli ammortizzatori sociali previsti dalla Legge e alle istituzioni politiche la convocazione del tavolo al Ministero dello Sviluppo economico". "Un comportamento vigliacco, senza rispetto per le persone e per il territorio". Così i segretari regionale Fim Cisl Alessandro Beccastrini e cittadino Flavia Capilli.