Gkn, in 1500 per dire no ai licenziamenti

Folla al concerto di solidarietà di sabato sera davanti alla fabbrica presidiata. L’altolà del consiglio di fabbrica: "Siamo pronti a tutto"

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di Barbara Berti

"Non osate far partire quelle lettere". E’ questo il refrain del concerto solidale che si è svolto sabato sera davanti ai cancelli della Gkn, dove gli operai sono in presidio permanente dal 9 luglio dopo che la proprietà - il fondo inglese Melrose - ha annunciato di voler chiudere lo stabilimento e licenziare tutti. "E’ arrivato il nostro settembre" dice Matteo Moretti della Rsu in apertura di serata. E aggiunge: "E con settembre, che per noi è la scadenza della lotta, qualcuno si ritirerà" riferendosi all’entrata a gamba tesa del presidente nazionale di Confindustria, Carlo Bonomi, sulla bozza del decreto legge anti delocalizzazioni che porta le firme del Ministro Orlando, e della viceministra Todde, un testo che è ancora in via di definizione ma che è diventato un caso politico nazionale. "Arriva il mese della paura, rispetto allo stato d’animo dei lavoratori, un sentimento umano - continua Moretti - Ma noi non dovremmo farci prendere dalla paura bensì far paura". E sullo stesso tema rincara un altro delegato Rsu, Dario Salvetti: "La paura deve diventare un’arma per trasformarsi in lotta. Dobbiamo realizzare che se noi abbiamo paura anche loro iniziano ad averne di quello che sta accadendo qua, perché se una fabbrica resiste e smaschera le loro menzogne iniziano a chiedersi fin dove vogliamo arrivare. Ci offrono sussidi per diventare disoccupati mentre noi difendiamo il lavoro, siamo gli unici interessati a far andare la fabbrica meglio di prima. Qua inizia un paese nuovo e diverso".

Se fino a oggi lo slogan era "Insorgiamo", con settembre - il 22 scadono i tempi della procedura di licenziamento collettivo - diventa "Non osate far partite quelle lettere". Dal palco del concerto, le Rsu gridano: "Siamo pronti a tutto: se c’è bisogno di scrivere una legge noi siamo in grado di farlo insieme ai giuristi che volontariamente hanno deciso di darci una mano; se c’è bisogno di riconvertire lo stabilimento e migliorarlo noi siamo in grado di farlo con gli ingegneri volontari che si sono resi disponibili; se c’è bisogno di lottare ci trovano tutti compatti, con l’aggiunta dei solidali e del territorio, come lo siamo dal primo momento in cui siamo entrati in fabbrica per il presidio permanente". Il cerchio della mobilitazione si allarga ma anche quello della solidarietà. A partire dal gruppo solidale "Insorgiamo con i lavoratori Gkn" che per tutto agosto ha aiutato i lavoratori nel presidio e che l’11 settembre al Varlungo terrà un’assemblea per riorganizzare l’attività di supporto. Ieri sera una delegazione è stata invitata a Livorno sul palco di Manu Chau. Ma la solidarietà è anche quella della gente comune, pronta a rispondere presente a ogni chiamata dei lavoratori.

Al concerto di sabato, infatti, erano presenti circa 1.500 persone: 500 i posti a sedere ma tutto intorno, in piedi per la strada, sui marciapiedi, tanti giovani, famiglie, operai arrivati da ogni parte d’Italia hanno voluto esserci.

E la musica, per oltre tre ore, è stata protagonista: dal folk rock dei Lou Tapage ai ritmi ska punk dei fiorentini Ivanoska, passando per la musica impegnata della Banda Bassotti, fino ai testi militanti dei Malasuerte Fi Sud, gruppo che ha base al Cpa di Firenze.