Giuliacarla, la signora della moda

Eva

Desiderio

Quando la moda femminile, tra anni Settanta e Ottanta, è voltata via a Milano col pret-à-porter lei è stata l’ultima delle maison di moda fiorentine ad andare a presentare sotto la Madonnina. "E’ il mio grande rimpianto che la nostra moda donna sia dovuta partire", diceva con una punta di nostalgia Giuliacarla Cecchi, couturière eccelsa, maestra di nastri che si inseguono in sublimi abiti da sposa e inarrivabili motivi goffrati che l’hanno sempre vista primeggiare. Simpatica, elegante, saggia coi suoi capelli pepe e sale raccolti a chignon sul bel viso sincero, questa Signora della Moda che Firenze dovrebbe sempre più ricordare per la bravura e il coraggio di sarta-imprenditrice, ha lavorato con impegno all’idea di altissimo artigianato che oggi va tanto di moda, spesso a sproposito. Nel cuore della creativa è stato sempre vivo il ricordo del figlio perduto prematuramente, l’architetto Marzio Cecchi, alla memoria del quale Giuliacarla aveva donato una preziosa casula alla Basilica di San Miniato a Monte. Tre suoi modelli da anni fanno parte della collezione del Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti. . "Non so cucire, ma disegno tutto io" raccontava nell’atelier di via Jacopo da Diacceto 14, fondato nel 1933, dove ha sempre ha sede la casa di moda diretta dalla sua scomparsa nel 2005 con estro e fedeltà raffinata dalla figlia Pola Cecchi che porta avanti il prestigio del marchio. Ora dopo la pausa del 2020 dovuta alla pandemia, è ritornato il Premio Giuliacarla Cecchi, dedicato ai giovani aspiranti stilisti delle scuole di moda di tutto il mondo. Anche in questa edizione, la VII, molte sono state le proposte arrivate sul tavolo di Pola Cecchi. Il Premio, nato per festeggiare il centenario della nascita di Giuliacarla, quest’anno ha scelto il Tepidarium del Roster. Qui hanno sfilato i 10 finalisti del concorso. Pola Cecchi ha creato l’associazione no-profit, "SIstema copernicano" per mettere in contatto i giovani artisti con le aziende di produzione. Attività mai tanto preziosa per dare le ali ai giovani più meritevoli.

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