Giubbe Rosse, fissata la base d'asta: un milione e 420mila euro

Resta da chiarire la questione del marchio

Una foto storica delle Giubbe Rosse

Una foto storica delle Giubbe Rosse

Firenze, 7 febbraio 2019 - Fissato dal curatore fallimentare Valerio Pandolfi, tramite una perizia di stima eseguita da un professionista incaricato, il prezzo base d'asta dell'attività, della licenza commerciale del Caffè Giubbe Rosse: 1milione e 420 mila euro. Il curatore, delegato dal giudice Rosa Selvarolo, sta lavorando alla preparazione del bando. In caso di più offerte, a maggior ragione obbligatoria la gara in udienza davanti al giudice o a un suo delegato.

L'appuntamento, il primo in agenda per la possibile vendita dello storico caffè letterario, di recente inserito con delibera dal Comune tra le attività di prestigio tutelati (che hanno vincoli di trasformazione) potrebbe essere fissato entro la metà di marzo. Epoca in cui scadranno i tre mesi di esercizio provvisorio decisi dal Tribunale fallimentare che a dicembre ha, appunto, decretato il fallimento della società che gestiva il ristorante caffè (i locali sono in affitto). Il bando terrà conto necessariamente dell'inserimento delle Giubbe Rosse, da parte dell'amministrazione, nell'elenco delle 160 attività storiche -  spiega il curatore, commercialista dello studio Fazzini.

 C'è da chiarire però la questione del marchio. Chi deciderà di subentrare nelle due ultime gestioni fallimentari, vorrà conservarlo. Difficile che il rilancio di un'attività così prestigiosa, storica, possa prescindere appunto dal marchio. Però non è chiaro chi lo abbia adesso nella propria disponibilità. E in che termini. All'epoca del passaggio di proprietà da GR srl a Nuova GR srl, il marchio fu ovviamente ricompreso nella trattiva, che sarebbe dovuta sfociare in una fusione. Ma la cifra fissata per l'utilizzo del marchio, per rilevarne la proprietà, non è mai stata pagata.

E' così tornato ai vecchi proprietari, per inadempimento contrattuale. C'è stato allora l'inserimento dell'imprenditore Mirco Carotti che tramite i suoi professionisti ha raggiunto diversi accordi con altrettanti creditori, per rilevare il credito appunto, in vista di rilevare l'intera attività. O di un ipotetico concordato fallimentare, per essere inserito nella lista dei creditori privilegiati. Tra gli accordi, anche quello relativo al passaggio del marchio. Con il fallimento della società di gestione del caffè, a dicembre, esso è tornato in una sorta di limbo indistinto.

Sulla questione si è soffermata anche Filcams Cgil che in una nota a firma di Rosa Anna Lombardo spiega: " Il curatore ha indicato in altri dieci giorni il tempo per cercare di fare chiarezza, e risolvere il problema" .

g.sp.

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