Giornata delle vittime del Covid, a Firenze ulivi testimoni del ricordo

Sui rami i nomi delle persone decedute durante la pandemia. Nardella: "Ora abbiamo più speranza grazie alle cure e ai vaccini". L'ordine dei medici: "Ascoltateci"

Firenze, 18 marzo 2022 - In occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia da Coronavirus l’arengario di Palazzo Vecchio a Firenze ha accolto alcune piante di ulivo con i nomi delle vittime fiorentine del Covid e una cerimonia alla presenza del sindaco Dario Nardella, della vicesindaca Alessia Bettini, degli assessori Benedetta Albanese, Sara Funaro e Alessandro Martini, del presidente del consiglio comunale Luca Milani, e dei direttori degli ospedali cittadini.

“Ricordiamo con commozione - ha detto il sindaco Nardella - le oltre 1100 vittime di Coronavirus a Firenze. La pandemia ha lasciato un segno indelebile ma oggi questa giornata porta con sé una consapevolezza maggiore: a due anni di distanza siamo più forti e coesi e abbiamo anche più speranza grazie ai vaccini e alle cure. Non ci stancheremo mai di ringraziare con tutto il cuore il personale sanitario che mai si è risparmiato”.

Le piante sono state allestite a cura di Coldiretti Toscana in collaborazione con Romiti Marco di Romiti Vivai. La cerimonia ha visto la partecipazione di Andrea Bernardini, trombettista della Silent king big band dell’orchestra ReMuTo coordinata dal professor Luca Marino.

Ordine dei Medici: "Non siamo eroi, vogliamo solo essere ascoltati"

«Non possiamo più permettere che i nostri medici e tutti gli operatori sanitari passino dall'essere considerati eroi a essere dimenticati. Fa male a noi, ai cittadini e al Paese. Non eravamo eroi e non vogliamo essere chiamati così, vogliamo solo essere ascoltati nell'organizzazione dei sistemi sanitari: possiamo essere preziosi con la nostra esperienza. Abbiamo bisogno che ci siano garantite condizioni di lavoro adeguate e nuove assunzioni per continuare a offrire alla popolazione un servizio efficiente, universale e gratuito per tutti». Lo ha detto il presidente dell'Ordine dei Medici di Firenze Pietro Dattolo, durante le celebrazioni della Giornata nazionale in memoria delle vittime sanitarie del Covid, nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio a Firenze. «Siamo andati a mani nude a combattere contro il virus - ha aggiunto Dattolo -. Abbiamo toccato la malattia senza arretrare e abbiamo capito ben presto quanto fosse pericoloso, con la tragica scomparsa del dottor Roberto Stella, presidente dell'Ordine dei Medici della provincia di Varese e medico di famiglia. Non lasciamo che tutto questo sia successo invano».

Il ricordo di Enzo Galli

Sarà piantato nel pomeriggio, nel parco Don Forconi di Firenze, un ulivo in ricordo di Enzo Galli, il 45enne residente a Campi Bisenzio ( Firenze), morto a causa del Covid il 25 agosto scorso, dopo essere tornato dall'India dove si era recato con la moglie Simonetta Filippi, per l'adozione di una bambina. L'iniziativa, a cui parteciperà anche la vedova è stata organizzata nell'ambito della seconda Giornata nazionale in Memoria delle vittime sanitarie del Covid-19.

«Per me è un momento molto pesante - commenta Simonetta Filippi - perché ogni volta è un consolidare il fatto che Enzo non c'è più, ma questa iniziativa mi fa tanto piacere perché è nata dai tecnici dell'ufficio mobilità del Comune che nutrivano un grande affetto per Enzo. Lui lavorava per un'azienda per la quale doveva chiedere permessi al Comune e i tecnici dell'ufficio lo ricordano con grande affetto. È stato un gesto di amore da parte loro, fatto con il cuore».

Anche la donna si ammalò di Covid in India e pure la bimba. «Ora noi stiamo bene - spiega - io sto finendo le cure post-Covid. Mia figlia è una bambina serena che cresce amata dai nonni e dagli zii. E si ricorda benissimo del papà perché in quelle due settimane che sono stati insieme in hotel in India mentre io ero all'ospedale lui è stato molto importante e incisivo per lei. Spero che si ricordi per tutta la vita i valori del papà che ha fatto un grande atto di amore nei suoi confronti sacrificando anche la sua vita».