Gianni Pettena fra architettura ed happening

Francesco

Gurrieri

A cura di Pino Brugellis, Alberto Salvadori ed Elisabetta Trincherini è uscito il volume Gianni Pettena, Absolutelly everything or almost (Assolutamente tutto o quasi). Una monografia di 520 pagine, pubblicata da Quodlibet, sul complesso rapporto con l’architettura di chi, nel 1973, si dichiarava “anarchitetto”, anarchico nell’architettura. E questa anarchia, manifestata con ininterrotta intelligenza critica, è stata l’inconfondibile filigrana che ha accompagnato Gianni Pettena per il mondo; non a costruire ma a liberare il progetto dai limiti materici e costruttivi, riproponendolo come pura attività concettuale. Pettena (Bolzano, 1940) è stato uno dei fondatori dell’architettura radicale degli anni Sessanta e Settanta, con Archizoom, Superstudio, UFO, Zziggurat e altri; critico e distante dagli sviluppi imperanti del tardo- razionalismo e dal modernismo in genere. Poco dopo la laurea la sua iniziazione con gli Stati Uniti, costruendo amicizie e frequentando studi prestigiosi come quello di Buckminster Fuller o di James Wines, fra i primi a porre attenzione agli incipienti problemi ecologici e ai problemi del degrado dele periferie urbane, con la sollecitazione di ’rendere significanti luoghi insignificanti’. Ma anche una sollecitazione per una forma diversa di storia contemporanea, non più basata sui protagonisti ma sulle problematiche dell’espansione urbana. Dalla permanenza negli Usa nasce uno dei suoi libri migliori, quello sul Central Park a New York e la complessa figura di Frederick Olmsted che ne fu il progettista. Ma oltre questo episodio, Pettena torna alla teorizzazione del rifiuto dei canoni istituzionali della progettazione per abbracciare gl’interventi temporanei (happening), cercando alleanze con l’arte concettuale, col radical design, con la Land Art. Docente ad Architettura a Firenze, alla California State University, è stato invitato ad esporre il suo lavoro a Montreal, Parigi, Bruxelles e altrove e lo si trova nei cataloghi di tutto il mondo. Oggi lo si può incontrare a Fiesole, in piazza Mino per un buon caffè.

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