Careggi, dove è finito il luminare Giaccone? Nubi sul progetto della maxi-oncologia

Incerto il futuro del polo che ha portato all'ingaggio di diversi nomi importanti

Il professor Giuseppe Giaccone

Il professor Giuseppe Giaccone

Firenze, 20 marzo 2019 - L’inchiesta giudiziaria, le difficoltà di programmazione, l’universo complesso dell’apparato burocratico e normativo, poi anche la vita, con i suoi impegnativi imprevisti. Una miscela esplosiva che, alla fine, ha buttato all’aria il progetto che punta all’eccellenza internazionale, voluto con forza dal rettore Luigi Dei per l’area sanitaria dell’Università. Un progetto che ha portato o, forse sarebbe meglio dire avrebbe dovuto portare, a Careggi e al Meyer, cinque ‘acquisti’ al top su scala mondiale. Per concorso o per chiamata diretta, sono arrivati il chirurgo Paolo Muiesan da Birmingham, poi l’oncologo Giuseppe Giaccone da Washington, il neurochirurgo Alessandro Della Puppa da Padova, l’oncologo Massimo Dominici da Modena e il chirurgo Antonino Morabito da Manchester.

Il fatto è che, ad oggi, l’unico che si è perfettamente integrato nel sistema è il professor Morabito, massimo esperto europeo di chirurgia pediatrica addominale che al Meyer – dopo un quindicennio al Royal Manchester Children’s Hospital dove ha diretto il dipartimento pediatrico di Chirurgia rigenerativa intestinale e riabilitazione – sta sviluppando un progetto di innovazione a livello internazionale nel campo della chirurgia pediatrica e neonatale con un un team specializzato nel settore della chirurgia intestinale e delle tecniche chirurgiche di riabilitazione intestinale.

Nel frattempo, dopo l’incontro con il governatore toscano Enrico Rossi e l’assessore regionale alla Salute, Stefania Saccardi, avvenuto il 28 febbraio scorso, del prof Giuseppe Giaccone si sono perse le tracce: dovrebbe essere negli States dove doveva sistemare alcune cose. Dopo aver annunciato che non era più sicuro di restare, nonostante fosse arrivato a fine dicembre a Careggi, dell’oncologo di fama internazionale reclutato dall’Università per realizzare a Firenze il polo oncologico, da tre settimane non si hanno notizie. Tornerà? Resterà? Per ora la risposta è un giallo.

Un capitolo a parte merita Massimo Dominici, uno fra i massimi esperti a livello internazionale nel campo delle terapie cellulari, considerate la nuova frontiera nella cura dei tumori. L’oncologo diventato professore ordinario per concorso all’Università di Firenze, non ha mai preso servizio per motivi personali. Una scelta dolorosa, la sua, anche perché l’obiettivo era ambizioso per lui, per l’Ateneo e per l’ospedale pediatrico: proiettare il Meyer fra le realtà più evolute in Europa nella terapia innovativa delle patologie oncologiche infantili.

E mentre il prof Alessandro Della Puppa sta guidando il reparto di Neurochirurgia stracarico di lavoro, l’inchiesta della procura sulla ‘cattedropoli’ dell’area sanitaria dell’Ateneo, lo ha sospeso per sei mesi dalla partecipazione agli organismi istituzionali con funzioni programmatiche o deliberative dell’Ateneo e interdetto dalla partecipazione a commissioni d’esame o valutative. Il prof Muiesan lavora a pieno regime a Careggi – una settimana al mese opera a Birmingham – ma sui trapianti del fegato che effettuerà a Pisa ancora non sono state prese decisioni.

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