Gest Dietro front sul commissario Ma i pm insistono: "Bilanci falsati"

La procura ha ritirato la sua richiesta: "Oneri economici garantiti da una fidejussione da nove milioni". Resta l’ipotesi dei redditi occultati a Palazzo Vecchio. La società: "Dimostreremo la nostra correttezza"

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di Stefano Brogioni

FIRENZE

Marcia indietro della procura sulla richiesta di commissariamento di Gest. I pm Luca Turco e Ornella Galeotti ritirano la loro istanza perché la società dei francesi di Ratp che gestisce le tre linee cittadine ha "fornito garanzia fideiussoria a copertura degli oneri economici connessi all’esecuzione del contratto di gestione del sistema tramvia, nonché degli oneri a qualunque titolo derivanti dal procedimento penale". La mossa di Gest, del valore di 9 milioni di euro, ha indotto la procura a ritenere "cessate le esigenze cautelari". Il gip ha preso atto e chiuso questo capitolo con un’ordinanza.

I legali della società, Antonio D’Avirro ed Enrico Mancuso, sono "soddisfatti", in quanto Gest ha dato "dimostrazione alla Procura della propria solidità patrimoniale e dell’esistenza di sufficienti garanzie per la prosecuzione dell’attività e per la regolarità del servizio".

"L’ampia collaborazione offerta agli inquirenti in questa fase del procedimento lascia intatta la possibilità di esercitare il diritto di difesa e di dimostrare la correttezza dell’operato di Gest sin dall’avvio della operatività del servizio", spiega ancora la società. Ma l’inchiesta Gest non è svanita. Anzi. Contestualmente all’ordinanza del giudice Silvia Romeo che ha scongiurato il pericolo commissario giudiziale, i pm hanno depositato l’avviso di conclusione delle indagini. All’orizzonte c’è la richiesta di rinvio a giudizio per Francois Mazza e Jean-Luc Laugaa, rispettivamente presidente del cda e Ad di Gest. Sono accusati di falso in bilancio.

Le accuse. Sotto la lente d’ingrandimento della procura sono finiti i bilanci dal 2017 al 2021, esercizi in cui la redditività effettiva sarebbe stata mascherata per far apparire risultati "ben inferiori" rispetto a quelli reali. L’occultamento, secondo le ipotesi accusatorie, sarebbe avvenuto destinando al fondo accantonamenti (destinato a "grandi revisioni del materiale rotabile e per infrastrutture") circa dieci milioni nel periodo temporale 2015-2020. Troppi, secondo la procura, che in quella voce accantonamenti “vede“ sette milioni di redditi occultati.

Ma perché Gest avrebbe messo in piedi questa operazione? Secondo la procura, che ha analizzato il materiale acquisito nel corso delle perquisizioni dell’ottobre 2021, lo avrebbe fatto per porsi in una condizione "di forza" rispetto a Palazzo Vecchio nelle contrattazioni dei profili economici del contratto di concessione, “filtrato“ dalla Tram Spa, altra società che concorrerebbe allo “squilibrio“ fra Gest e Comune. Tra Palazzo Vecchio e concessionario, sono perennemente in corso trattative per la revisione periodica dei prezzi al km: la minore redditività consentirebbe a Gest di ottenere condizioni più favorevoli.

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