Germogli, addio artista dell'immagine

E’ morto Roberto, 78 anni, nostro storico fotoreporter

Roberto Germogli (14 febbraio 1941- 15 settembre 2019)

Roberto Germogli (14 febbraio 1941- 15 settembre 2019)

Firenze, 15 settembre 2019 -  Se n'è andato all'improvviso, questa mattina verso mezzogiorno. Il suo cuore si è fermato in un istante dopo 78 anni di una vita piena iniziata nel giorno di San Valentino del 1941. Roberto Germogli, ex dipendente del nostro giornale e fotoreporter  in servizio anche in queste ultime settimane, in studio, in giro per la città e la provincia a illustrare la cronaca o ancora impegnato a riprodurre opere d'arte per uno dei suoi libri o allo stadio per seguire la sua ennesima partita della Fiorentina. Con lui il figlio Riccardo e il nipote Tommaso, ultimo solo in ordine di tempo, di una dinastia di grandi fotogiornalisti per umanità, disponibilità e capacità professionali, con la loro agenzia Fotocronache, braccio destro e talvolta anche sinistro dei cronisti e degli inviati de La Nazione.

Nella sua lunga attività Roberto non ha mai fatto mancare un sorriso in un mestiere vissuto tra la gente e accanto ai cronisti, sia nelle strade dei nostri territori, sia in alcuni scenari più caldi, come Firenze nei giorni del diluvio e dell'alluvione del '66, Sarajevo durante la guerra dei Balcani degli anni ’90 o l'Umbria sconvolta dal terremoto. Ha raccontato con le sue immagini per il nostro giornale gli ultimi 60 anni abbondanti di cronaca e storia. Aveva la capacità innata di entrare in sintonia con i soggetti da riprodurre, sia nel mondo dello sport - in quello viola si muoveva come fosse casa sua fin dagli anni ’50 - sia nelle circostanze più delicate offerte dalla cronaca alla nostra professione. In questo è stato un esempio per i più giovani e un collaboratore prezioso per i professionisti già affermati, che hanno sempre bisogno di una spalla all'altezza.

La sua passione per la macchina fotografica, dalla mitica Leica all’attuale Nikon, era nata con lo zio Valerio Signorini, partigiano e maestro d’immagini nella indimenticabile squadra di Foto Fiorenza per poi dedicarsi a La Nazione allora in via Ricasoli fin dagli anni ’50. Al giornale, dopo un periodo da collaboratore fotografo, era poi entrato come dipendente dei servizi redazionali, prima da usciere e poi al reparto telescriventi, tenendo sempre pronta la macchina fotografica, la sua alleata inseparabile. Una passione che anima da anni il figlio e da tempi più recenti il nipote. Roberto lascia, oltre a Riccardo e Tommaso che ne portano avanti il mestiere, la moglie Maria, con la quale ha condiviso gli ultimi 52 anni di vita comune.

Il feretro sarà esposto da domani mattina alle nuove Cappelle del Commiato dell’Ofisa in via delle Panche 56. I funerali sono fissati martedì 17 settembre, alle ore 16, nella chiesa di Santa Chiara e San Francesco a Montughi.

 

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