REDAZIONE FIRENZE

"Gara truccata per le divise dei vigili". Quattro gli indagati

Sotto accusa anche l’ex comandante Marco Seniga

Marco Andrea Seniga

Firenze, 29 giugno 2018 - Turbativa d'asta in riferimento all’acquisto delle divise dei vigili per il triennio 2014-2017. E’ questa l’ipotesi accusatoria culminata ieri in una lunga perquisizione eseguita dalle fiamme gialle del nucleo di polizia tributaria al comando della Municipale, a Porta al Prato. L’indagine al momento investe l’ex comandante Marco Andrea Seniga, 65 anni, andato in pensione nell’ottobre 2016, responsabile ultimo degli acquisti in qualità di dirigente; un viceispettore, ex responsabile del magazzino della municipale, anch’egli adesso in pensione; un commissario in servizio al personale, che ha seguito la questione forniture di vestiario, bisognerà vedere se solo per ratificare decisioni già prese. A completare l’ipotetico quadro accusatorio, il titolare di un negozio sportivo, fornitore – o tra i principali fornitori – del Comando di Firenze e di altre realtà municipali del Centro Italia.

Finanzieri della sede di via Cocchi, si sono intrattenuti negli uffici della polizia municipale fino a pomeriggio inoltrato. Acquisiti documenti, materiale probatorio per la ricostruzione di tutti i passaggi, di tutte le modalità di acquisto delle divise e di altro materiale. E per individuare eventuali ‘anomali’ dolose.

La domanda  che si pongono procura e investigatori è: come mai è sempre lo stesso soggetto ad aggiudicarsi le forniture? Ora: lavorare di più e meglio di altri concorrenti, mantenendo offerte competitive, in un rapporto qualità-prezzo ottimale è merito, non necessariamente è una colpa. Però da anni vige il ‘mercato elettronico’: paletti precisi e automatismi. Più difficile che sia sempre e soltanto un fornitore ad offrire i migliori prodotti ai prezzi migliori. Più convenienti diciamo. Anche perché si ragiona in termini di divise estive e invernali.

Insomma: considerando che stiamo parlando di un organico complessivo di 800 unità, trattasi di un capitolo di spesa non proprio indifferente. Capitolo che viene ‘rivisto’ anche in rapporto alle assunzioni, periodiche, anche se negli ultimi anni non c’è stata a memoria quella che in gergo si chiama ‘infornata’ e che potrebbe aver determinato appetiti particolari.

La turbata libertà degli incanti, meglio nota appunto come turbativa d’asta, è descritta come «quel comportamento volontario atto a impedire (o a turbare) le gare nei pubblici incanti e nelle licitazioni private, sia con metodi come promesse, minacce o frodi, sia allontanando o impedendo l’accesso agli offerenti. L’impedimento o la turbativa vanno a discapito non solo delle pubbliche amministrazioni ma degli stessi partecipanti alla gara, per cui il codice penale punisce tale condotta col fine di garantire la massima correttezza delle aste, a tutela sia della collettività che delle imprese partecipanti».

Quando e soprattutto come sarebbero state compromessi gli acquisti che pure da alcuni anni si svolgono con il sistema del mercato elettronico? Come e perché un fornitore sarebbe riuscito a ottenere un rapporto di fatto ‘esclusivo’ finito nel mirino della procura?

giovanni spano