"Ciao Capitano, sei la luce e il calcio, quello puro dei bambini"

In migliaia per accompagnare Davide Astori nell'ultimo viaggio

L'ultimo saluto a Davide Astori

L'ultimo saluto a Davide Astori

Firenze, 8 marzo 2018 - Il sole si affaccia su Firenze in un giovedì mattina diverso dal solito. Venite, fiorentini, a dare l’ultimo saluto a Davide. Così piazza Santa Croce si riempie fino a contenere più di mille persone. Le transenne separano i tifosi, ma sembra riduttivo definirli così perché un padre tiene un bimbo sulle spalle affinché veda meglio quel che un giorno capirà e perché non ci sono più, oggi, rivalità, rancori, odi calcistici.

Non è un caso che, nell’accoglienza a tutte le delegazioni delle altre società e calciatori, la gente fiorentina rivolga l’applauso più lungo e convinto all’arrivo di Buffon, di cui tutti hanno letto sui social il post dedicato all’amico, e compagni juventini. C’è chi assiste dalle finestre che danno sulla piazza, chi ha portato un fiore, chi il proprio vessillo.

Uno striscione saluta l’“eterno leone della Fiesole”. Arriva il carro funebre. Inizia la messa di Monsignor Betori, con il parroco di San Pellegrino paese di nascita di Davide Astori e il cappellano della Fiorentina e della Nazionale Massimiliano Gabricci. Tramite le casse tutti ascoltano, in composto silenzio, ma qualcuno nella folla viene portato via dai soccorsi per un lieve malore.

L’applauso alle commosse parole di Marco, fratello di Davide; poi quello, lunghissimo, al termine della toccante testimonianza di Milan Badelj a nome dei compagni: “Sei la luce e il calcio, quello puro dei bambini”. E il pensiero va alla piccola Vittoria, la figlia del capitano che non c’è più. O ci sarà sempre. Oh, sì, che ci sarà ancora, Vittoria e quando potrai ne leggerai, ascolterai e vedrai immagini di questi tristissimi giorni. Non leniranno la mancanza profonda, questo no, ma rimarranno per sempre scolpiti nella memoria di quella che, ora e per sempre, è la tua città. Le sciarpe viola distese, lo sventolio delle bandiere e i fumogeni omaggiano il Capitano al ritmo di un coro conosciuto, l’Inno della Fiorentina, e allo scandire del suo nome “Davide, Davide” in una vicinanza se possibile fisica ai suoi familiari che piangono la scomparsa di un figlio, un fratello, un compagno.

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