Fucilata a pallini, colpito un passante

Denunciato un 40enne che aveva un soft air gun: "Volevo fare uno scherzo a un mio amico, ho preso un altro"

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"Uno scherzo, volevo fare uno scherzo a un mio amico". Se però ci va di mezzo qualcuno, che magari rischia anche un po’ e poi si arrabbia, la questione è un po’ diversa.

L’altro ieri pomeriggio dopo le 18 una volante del Commissariato è dovuta intervenire nei pressi di viale Ariosto su segnalazione di un passante al 112 Nue: "Sono stato colpito dietro la testa da una scarica di pallini di plastica...Mi ha sparato un uomo, l’ho visto affacciato alla terrazza di un palazzo col fucile imbracciato...". Tutto vero. Gli agenti hanno subito identificato la persona ritenuta responsabile del gesto, un fiorentino di 40 anni, denunciandolo per il reato di ’getto pericolose di cose’.

Il quarantenne ’spiritoso’ si è giustificato – diciamo così – dicendo che voleva fare uno scherzo ad un suo amico che stava effettivamente passeggiando in strada accanto all’uomo raggiunto dai pallini di un fucile soft-air di libera vendita. L’uomo l’ha consegnato alla Polizia con le munizioni.

La vittima non avrebbe subito alcuna lesione ai primi controlli medici effettuati per sicurezza.

Il Softair (anche noto come Air Soft) è uno sport di squadra basato sulla simulazione di azioni militari. Vengono utilizzate delle riproduzioni di armi da fuoco ad aria compressa che sparano pallini in plastica biodegradabile da 6mm (disponibili in diverse grammature) alla potenza finale di massimo 0,99 Joule (in Italia), innocui per un essere umano (l’energia minima necessaria alla lacerazione della pelle risulta essere almeno 3 Joule). Certo poi dipenderà anche dal punto in cui arrivano i pallini: al volto e agli occhi oin particolare, ad esempio, le conseguenze sarebbero in ogni caso certamente più gravi.

Ecco perché comunque bisogna seguire precise regole, ed ecco perché la polizia, le forze dell’ordine, raccomandano la massima attenzione nell’uso di questi strumenti ’similiari’, pur se – come detto – di libera vendita. Passare dal gioco al dramma può essere una questione di un attimo.

In zona a Sesto peraltro c’erano già stato un precedente, non rivolto alle persone, ma con un impiego di questi ’armi’ in maniera dolosai: in via Pasolini vicino all’Auser nel 2010 avevano messo le telecamere di videosorveglianza e qualcuno pensò di neutralizzarle sparandoci contro.

g.sp.

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