"Violenza sessuale": il professore a processo per la relazione con la 16enne

Così ha deciso il giudice Agnese De Girolamo. A settembre l’udienza. Il caso nato dopo che un’altra studentessa lo aveva denunciato

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Firenze, 12 maggio 2022 - Lei, era la sua studentessa, all’epoca sedicenne. Lui, il prof. La scuola, il liceo Michelangelo di via della Colonna, mito e prestigio a Firenze. Carezze e baci, evoluzione di quella conoscenza nata in classe e proseguita dopo, saranno ora l’oggetto di un processo per violenza sessuale. Così ha deciso il giudice Agnese Di Girolamo ieri mattina, accogliendo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla procura nei confronti di un docente di lettere di 52 anni. Dal 16 settembre prossimo, il legale del professore, l’avvocato Gabriele Zanobini, dovrà convincere la seconda sezione penale del tribunale, che quelli non erano atti sessuali, ma soltanto un bel rapporto consolidatosi quando la ragazza aveva già concluso il biennio e non era più neanche sua allieva. "Era una frequentazione basata su interessi culturali comuni", dice il legale.

I fatti contestati vengono collocati tra il giugno del 2019 e il luglio del 2020. Il docente, secondo l’imputazione, avrebbe approfittato della sua “autorità“ di insegnante e avrebbe abusato "delle condizioni di inferiorità fisica e psichica" della ragazza, per costringerla "a subire atti sessuali, posti in essere in plurime occasioni e consistiti in abbracci, carezze alle braccia e al collo, toccamenti al seno e baci sulle guance e sulla bocca".

Un intrigo pruriginoso, a prescindere da quello che sarà l’esito del procedimento giudiziario. Una storia dai mille risvolti e dalle tante sfaccettature. Basti pensare che la presunta vittima delle attenzioni del docente, rappresentata dall’avvocato Valeria Valignani, per il momento non si è costituita parte civile. E il processo di settembre non sarà che un tassello di un mosaico di una storia che a tratti sembra una commedia all’italiana, e a tratti una raffinata sceneggiatura psicologica.

Ma per provare a raccontarla tutta, bisogna riavvolgere il nastro e tornare a quando i bisbigli, adolescenziali ma non solo, dei rapporti “particolari“ del docente con la sua allieva, si sono solidificati. Già, perché la liason finita in tribunale deflagrò quando un’altra ex studentessa del "Miche" tappezzò l’aula di cartelli dal contenuto inequivocabile. Il docente rispose con una querela per diffamazione (il cui esito non è stato ancora definito), ma di fatto s’innescò un’indagine, pure quella per violenza sessuale, ancora da definirsi. Quell’iniziativa, in cui si rendeva pubblico (anche con una lettera indirizzata alla moglie del docente) il presunto flirt insegnante-allieva, era stata ordita da un’altra ex studentessa che per il prof aveva provato un sentimento particolare, e probabilmente viceversa. Anzi, a far scattare quella sorta di vendetta, sarebbe stato proprio il fatto che la giovane - oggi studentessa universitaria - dopo aver chiuso con l’ex insegnante aveva appreso (direttamente da lui), che era stata “sostituita“ da un’altra.

Gelosia, forse. Ma anche un mix di rabbia, fastidio e ansia per la possibilità che un’altra potesse cadere nel “tranello“. Così, almeno, l’ex studentessa del “Miche“ motivò la plateale mossa ai poliziotti della squadra mobile.

Anche lei, assistita dall’avvocato Paolo Ghetti, ha denunciato il professore per certi approcci “mentali“, ma talvolta, secondo le querele, anche fisici, che si sarebbero verificati quando lei aveva quindici anni. Un’amicizia iniziata dopo lo svolgimento di un tema che aveva particolarmente colpito l’insegnante, un rapporto finito bruscamente quando lui le comunicò che aveva avviato un’altra “relazione“: gli screenshot di quella conversazione sono finiti anche in procura e hanno di fatto innescato l’indagine culminata ieri mattina nel rinvio a giudizio del 52enne.

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