Frodi informatiche: conti correnti a rischio. Casi in crescita

I consigli di Pierpaolo Florio consulente del Codacons: "Subito la denuncia alla Polizia postale e la comunicazione alla banca"

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Con la pandemia si usano sempre di più gli strumenti tecnologici: un vantaggio, nella stragrande maggioranza dei casi, ma anche un rischio. Sono infatti in aumento esponenziale le frodi informatiche che svuotano i conti correnti. Le tecniche sono sempre più affinate. Non solo il classico phishing, cioè l’invio di email, ma anche il cosiddetto vishing, tramite contatto telefonico, o lo smishing, via sms o whatsApp, o ancora, la sim swap fraud, cioè la clonazione della sim telefonica. Quale sia la modalità, il risultato, se la frode va a buon fine, è lo stesso: lo svuotamento del conto corrente. Attraverso le tecniche di cui sopra, infatti, i correntisti sono invitati a fornire i propri dati riservati, quali il numero di carta di credito o la password di accesso al servizio di home banking, motivando la richiesta con ragioni di ordine tecnico o di sicurezza. Una volta ottenuti questi dati, il gioco è fatto.

Qualche minuto e il raggirato si ritrova derubato dei soldi che ha sul conto corrente, per cifre che vanno da poche centinaia di euro, fino anche, come ha rilevato il Codacons Toscana, 50mila euro. Sono un centinaio, solo tra Firenze e Prato, i risparmiatori raggirati che si sono rivolti all’associazione dei consumatori. Un numero che sale a livello regionale e destinato a crescere ulteriormente, visto che in tutta Italia si stima siano centinaia di migliaia le persone cadute nella trappola. E’ facile, infatti, molto più facile del previsto, confondersi e pensare che davvero siamo stati contattati dalla nostra banca.

Ma qualche strumento per evitare di rimanere vittima delle truffe informatiche c’è. L’avvocato Pierpaolo Florio, esperto di diritto finanziario e bancario, consulente del Codacons di Firenze, ci indica una serie di semplici regole prudenziali, che ognuno di noi dovrebbe tenere bene a mente ogni volta che riceve una comunicazione, scritta o telefonica, dalla propria banca. "La prima regola – spiega – è non rispondere mai a email o sms che richiedono l’inserimento di informazioni bancarie e finanziarie personali, se non dopo aver contattato la banca per avere conferma della loro provenienza. Mai, inoltre, aprire i link allegati ai messaggi e visitare il sito della propria banca digitando l’url nella barra degli indirizzi".

Diffidare sempre dei messaggi che contengono degli errori ortografici e controllare regolarmente il conto. Una cosa importante, alla quale si dà raramente peso, è il limite massimo giornaliero e mensile per le operazioni di pagamento. "In alcuni casi – sottolinea il legale – le soglie arrivano anche a 25mila euro. Ma chi fa operazioni per quelle cifre in un giorno? Invece, se si imposta un massimale, per esempio, a 1.500 euro, nel caso di truffa al massimo ci potranno derubare di quella cifra e non, invece, svuotare l’intero conto corrente". E se siamo stati truffati? "Sporgere subito denuncia alla Polizia postale e presentare domanda di disconoscimento alla banca", risponde l’avvocato del Codacons Toscana, che aggiunge: "qualora l’istituto di credito non intenda procedere alla restituzione dei soldi sottratti, il correntista ha a disposizione diversi strumenti tra i quali il ricorso alla mediazione civile, il ricorso all’arbitrato bancario e finanziario o al giudice pace e al tribunale, secondo l’importo sottratto".

 

 

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