Maxi indagine sulla società no-profit. "Milioni di dollari mai arrivati ai bimbi africani"

I soldi, secondo l'indagine della procura sarebbero invece finiti in investimenti immobiliari e quote socetarie". Uno degli indagati è il cognato di Matteo Renzi

Firenze, Palazzo di giustizia (New Press Photo)

Firenze, Palazzo di giustizia (New Press Photo)

Firenze, 8 agosto 2018 - Oltre 6,6 milioni di dollari con cui Unicef, Fondazione Pulitzer e, con cifre minori, onlus americane ed australiane, credevano di finanziare attività benefiche per l'infanzia e l'assistenza di bambini africani, sotto l'egida di Play Therapy Africa, sarebbero invece finiti in conti bancari personali riconducibili, a vario titolo, ai fratelli Alessandro, Luca e Andrea Conticini di Castenaso (Bologna).

È quanto risulta dagli sviluppi di un'inchiesta della procura di Firenze che ha indagato tutti e tre i fratelli per riciclaggio, e Alessandro e Luca per appropriazione indebita.

In particolare il denaro transitato sui conti privati di Alessandro Conticini sarebbe stato utilizzato in gran parte per cospicui investimenti immobiliari e in misura minore (circa 250mila euro) per l’acquisto di quote di alcune società della famiglia Renzi o di persone ad essa vicine. Alessandro Conticini, assieme al fratello Luca che possiede la firma sui conti italiani dello stesso Alessandro, devono rispondere di appropriazione indebita e autoriciclaggio. Andrea, gemello di Luca e marito di Matilde Renzi, sorella dell’ex premier, è indagato per riciclaggio, per gli acquisti, a nome del fratello Alessandro, di quote di tre società: la Eventi 6 della famiglia Renzi, la Quality Press Italia e la Dot Media di Patrizio Donnini e di sua moglie Lilian Mammoliti. Queste operazioni risalgono al 2011. Alla Eventi & sono arrivati 133 mila euro, alla Quality Press Italia 129 mila, alla Dot Media 4 mila.

Play Therapy Africa è un ente che fa assistenza ai bambini. In base a rogatorie internazionali i pm Luca Turco e Giuseppina Mione hanno ricostruito l'entità delle somme che sarebbero state dirottate sui conti e da qui, in buona parte, ad investimenti immobiliari all'estero, come in Portogallo. L'inchiesta è nata da segnalazioni per movimenti bancari anomali in Emilia e dai dubbi di Monika Jephcott quando era direttrice di Play Therapy ltd Londra, la casa madre.

Un’accusa che l’avvocato Federico Bagattini, che assiste tutti e tre i fratelli, oltre a essere il legale dell’ex premier e del babbo Tiziano, respinge risolutamente, facendo rilevare che nessuna delle organizzazioni che hanno donato contributi di beneficenza alla Play Therapy Africa Ltd, di cui Conticini – impegnato da anni nelle attività di aiuti umanitari – era socio e direttore, «ha fatto la benché minima denuncia nei suoi confronti». Risulta comunque che la Procura fiorentina abbia rivolto un’altra rogatoria ai principali ‘benefattori’ Usa quali Fondazione Pulitzer e Unicef prpprio per sapere se intendono procedere con una querela nei confronti dei Conticini. I tre fratelli peraltro erano già stati ‘invitati a comparire’ davanti ai pm fiorentini il 21 maggio scorso ma il 14 giugno all’ora fissata, le 4 del pomeriggio, non si era presentato nessuno dei tre fratelli non si era presentato nessuno dei tre fratelli. Una ‘formula’ per dire che intendevcano avvalersi della facoltà di non rispondere nella loro veste di persone sottoposte a indagini. Alessandro Conticini, che vive all’estero, è stato il rappresentante dell’Unicef ad Addis Abeba, poi si è avvicinato alla Associazione per la Play Therapy di Londra con la quale ha costituito la Play Therapy Africa, e fra il 2008 e il 2016 ha raccolto appunto circa 10 milioni di dollari di fondi destinati ai bambini africani.

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