Forteto, quando Fiesoli urlò in tribunale: 'Qui comando io'

Il racconto choccante di una riunione nell’ufficio giudiziario di via della Scala: "Il capo del Forteto dava gli ordini anche al presidente"

Rodolfo Fiesoli, fondatore del Forteto, è stato condannato a 14 anni e 10 mesi

Rodolfo Fiesoli, fondatore del Forteto, è stato condannato a 14 anni e 10 mesi

Firenze, 13 maggio 2021 -  Era il 1997 e Rodolfo Fiesoli era già stato condannato, oltre dieci anni prima, per abusi sui minori. Ma la dottoressa Annalisa Morali, neuropsichiatra infantile dell’Asl che doveva trovare una collocazione adeguata a un bambino difficile, si trovò a partecipare in tribunale a Firenze a una riunione scioccante. "In tribunale – ha raccontato nella sua audizione davanti alla commissione parlamentare sui fatti del Forteto – mi sono trovata a un incontro dove c’erano il presidente del tribunale Francesco Scarcella, giudici onorari, l’avvocatessa tutrice del minore e direttamente Rodolfo Fiesoli. Che, con arroganza e protervia, disse: ‘Io sono stato invitato e qui comando io. Io voglio questo ragazzo’.  

La dottoressa Morali racconta ancora alla commissione di aver provato ad eccepire delle obiezioni, in quanto aveva incontrato Il Forteto anni prima e ne era rimasta perplessa (convinzioni poi rafforzate dalla condanna del 1985). "Guardavo un po’ tutti gli altri per vedere se qualcuno mi veniva dietro per dire ‘lì no’. E invece il Fiesoli disse in una maniera estremamente arrogante: ‘Io voglio anche il fratellino di due anni’". La dottoressa Morali racconta il suo stupore: "Mi alzai in piedi e dissi ’No. Questo no’. Anche lì guardai un po’ tutti. Per capire se qualcuno… di fronte a questo fatto di cui non si era mai parlato. Mi guardai intorno, ma erano tutti con gli occhi bassi. E il Fiesoli ribadì: ‘Qui comando io. Tutti per alzata di mano voi dovete dire di sì. Se qualcuno di voi non alza la mano io non prendo nessuno’. A questo punto – conclude Morali – siccome io non avrei mai alzato la mano per dire che qualcuno potesse andare al Forteto, presi e uscii".  

Secondo il verbale pubblicato nel libro ‘Setta di Stato’ (pagina 99) agli incontri che affidarono i fratelli al Forteto erano presenti anche Elena Zazzeri, curatore speciale dei minori Aversa, il dottor Mario Santini, la dottoressa Anna Guidantoni e l’assistente sociale territoriale Guarducci. Ma, evidentemente, la dottoressa Morali, che aveva già incontrato Il Forteto nel 1979 a Bovecchio per seguire un altro bambino, è stata l’unica ad avere perplessità e a ‘ricordare’ la sentenza del 1985. Questo, insomma, era il clima. Tutti comandati ‘a bacchetta’ dal Fiesoli (già condannato per abusi sui minori). E tutti con gli occhi bassi. Nonostante il dissenso della dottoressa, il bambino fu quindi affidato al Forteto (precisiamo che Morali era neuropsichiatra Asl per la zona della Piana, mentre invece il neuropsichiatra competente per il Mugello non avrebbe mostrato contrarietà). E la madre naturale negli anni successivi non riuscì a incontrare il figlio, nonostante la normativa sugli affidi prevedesse i contatti con i genitori naturali.  

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