Morto Goffredi, ideologo del Forteto

Un’emorragia cerebrale ha ucciso il braccio destro di Fiesoli. Condannato ma salvato dalla prescrizione

Luigi Goffredi

Luigi Goffredi

Vicchio (Firenze), 9 giugno 2020 - Luigi Goffredi, noto come l’ideologo del Forteto, braccio destro di Rodolfo Fiesoli sin dalla nascita della comunità, è morto domenica mattina. Lo ha ucciso un’emorragia cerebrale. La notizia è circolata in fretta a Vicchio, dove Goffredi era molto conosciuto, nel bene e nel male.

Di lui, negli ultimi anni, le cronache si erano occupate esclusivamente per lo scandalo legato degli abusi sessuali sugli ospiti della comunità che Goffredi aveva contribuito a far nascere. E, con i suoi libri, anche a far conoscere ben al di fuori del contesto mugellano. Al processo, che ha visto Fiesoli venir condannato a più di quattordici anni (che sta scontando nel carcere di Padova), Goffredi ne era invece uscito quasi indenne.

Dopo gli otto anni in primo grado, e i sei nel processo d’appello, la prescrizione aveva lavato con il classico colpo di spugna tutte le sue imputazioni. Ma anche se la verità giudiziaria è questa, difficile raccontare una storia diversa, legata alla comunità degli orrori.

Legato a doppio filo al profeta Fiesoli, Goffredi era stato arrestato assieme a lui nel 1978, all’epoca del primo scandalo che travolse la comunità. Per quell’episodio di maltrattamenti ai danni di un problematico ospite della comunità appena nata, era stato condannato a dieci mesi. Quella sentenza divenne definitiva nel 1985. Del Forteto, in termini negativi, a quell’epoca non se ne parlava più. Anzi: la comunità-cooperativa stava decollando. "Grazie" ai buoni uffici di Fiesoli e, perché no, anche agli scritti di Goffredi.

’Laureato’ in psicologia in Svizzera, così almeno diceva, ha messo la firma anche su "Non fu per caso", la biografia scritta dall’interno sulla comunità, e probabilmente c’è molto del suo anche in "Fili e Nodi", pubblicato dal profeta Fiesoli. Sue anche pubblicazioni riguardanti la figura di Don Milani.

Ai processi che lo riguardavano, era stato spesso presente. Sempre in silenzio, però: mai un interrogatorio, mai una dichiarazione. Anche dopo la prescrizione era rimasto alle ’ville’ del Forteto. Da pensionato, come tanti altri fedelissimi del Fiesoli. Oggi è prevista la sua cremazione a Trespiano. Prima, nessuna celebrazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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