Forteto, dalla Camera no alla mozione Bergamini

Approvato invece il testo dell'onorevole Bechis (ex 5 Stelle, ora Alternativa Libera). Rabbia della deputata: "Sconcertante". Anche il capogruppo azzurro in consiglio regionale, Mugnai, attacca: "Un atto di codardia politica"

Deborah Bergamini  sui banchi di Forza Italia alla Camera  dei deputati

Deborah Bergamini sui banchi di Forza Italia alla Camera dei deputati

Roma, 9 luglio 2015 - La Camera dei deputati ha approvato la mozione a prima firma Eleonora Bechis (ex M5s, ora in Alternativa libera), relativa alla vicenda del Forteto. Il testo della mozione è stato riformulato dal governo. E' stata invece respinta la mozione a prima firma Deborah Bergamini, di Forza Italia, sullo steso tema.

La mozione approvata impegna il governo "ad assumere ogni iniziativa di competenza per il controllo della cooperativa 'Il Forteto' affinché possa essere restituita alla destinazione originaria, accertando le responsabilità politiche al riguardo". La cooperativa - a cui il tribunale dei minori di Firenze ha affidato per molti anni i bambini in difficoltà - è stata al centro di un'inchiesta giudiziaria con relativo processo che ha portato a diverse condanne, in primis al capo della comunità, il pratese Rodolfo Fiesoli.

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"Dal processo - si legge nelle premesse della mozione - è emerso il fatto che erano usuali e reiterati gli atti di violenza e di maltrattamenti ai danni dei bambini, garantiti dall'omertà e dal silenzio di chi conosceva i fatti, tra cui si segnalano particolarmente gli psichiatri e gli assistenti sociali, i quali hanno commesso ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo numerosissime disattenzioni".

​E quel che è successo a Montecitorio non è andato giù alla Bergamini: "La decisione del governo di dare parere contrario sulla nostra mozione sul caso del Forteto è sconcertante: non ha alcuna logica, alcuna sensibilità e alcun senso politico. E credo sia dovuta alla poca conoscenza dei fatti, perché se si conoscesse davvero quello che è accaduto in quella struttura non ci sarebbe parere contrario che tenga. Ci sono comprovate e ripetute testimonianze di abusi, fisici e psicologici, aberranti, di violenze e coercizioni su minori e persone in difficoltà affidate a questa struttura. Di fronte a questo, l'esigenza di chiarezza era un dovere: il Parlamento aveva il dovere di assumersi la responsabilità, a nome di tutto il Paese, di fronte alle vittime di violenze e vessazioni che si sono protratte per 30 anni. Vittime alle quali, invece, è stato riservato solo un appiccicoso silenzio senza che mai nessuno si sia preoccupato di chiedere scusa". Parole dette in Aula alla Camera dalla deputata di Forza Italia. "Trovo inaccettabile la scelta del governo e del Pd di dire no a una richiesta di chiarezza e all'eventualità di procedere al commissariamento della cooperativa agricola che, come dimostrato anche dalla sentenza del Tribunale di Firenze, era in tutto e per tutto parte del "sistema Forteto", tanto da ricevere essa stessa - in alcuni casi - i bambini in affido. Ed è la cooperativa il teatro, il luogo delle violenze e anche dello sfruttamento di lavoro minorile. Nella mozione si chiedeva soltanto di far luce sulle tante ombre, rotte solo da una coraggiosa campagna di stampa locale (della Nazione, ndr) e dall'attività dell'opposizione regionale in Toscana. Questa vicenda è una vergogna per tutto il nostro Paese, e purtroppo governo e Pd, difensori dei più deboli solo sulla carta, hanno deciso di non rispondere alle loro coscienze ma solo ad un imperativo politico", ha concluso Bergamini dopo che la mozione è stata respinta.

​Anche il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Stefano Mugnai, attacca: alla Camera "hanno spostato l'asse del discorso sulle comunità d'affido per minori, approvando una mozione che con un evidente gioco degli specchi non parla affatto del caso Forteto e respingendo la mozione d'iniziativa di Deborah Bergamini: così, ancora una volta, a Roma il Pd si è dimostrato incapace di affrontare la verità dei fatti. Si tratta di un atto di codardia politica di chi non sa stare dalla parte delle vittime senza se e senza ma".

Al Forteto, aggiunge in una nota, "i bambini venivano affidati "a perdere", a famiglie che non erano nemmeno tali bensì create ad hoc per ottenere i ragazzi e poi abusarli". Per Mugnai "confondere le acque, da parte del Pd a Roma, finisce per intorbidire ancora di più una vicenda che già di per sé è raccapricciante e su cui vanno fatte saltare le coperture e le responsabilità politiche e istituzionali. Questo è lo scopo per il quale il Consiglio regionale della Toscana, su mia iniziativa, attiverà una commissione d'inchiesta voluta anche da tutto il gruppo consiliare del Pd". "I due livelli, regionale e nazionale, dovrebbero forse fare una chiacchierata".

"Vergogna è l'unica parola che mi viene in mente per commentare questo schifo. Da oggi è chiaro una volta per tutte che il Pd e il governo Renzi coprono ancora oggi il sistema Forteto". Così il capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione Giovanni Donzelli. "La giustificazione portata oggi in aula dal governo per bocca del sottosegretario Ferri, che ha espresso parere contrario alla mozione, è grottesca oltre che insostenibile - sottolinea Donzelli - secondo l'esecutivo bisognerebbe tenere distinta la cooperativa dalle condanne che hanno coinvolto la comunità. Una tesi che lascia esterrefatti, dato che entra in conflitto con quella emersa dal recente processo di primo grado, e che addirittura contraddice una relazione dello stesso governo: gli ispettori del Ministero dello Sviluppo economico dopo una verifica nella struttura, in un verbale datato 10 agosto 2013, conclusero che 'seppure ci si trovi di fronte a realtà ben distinte (cooperativa, comunità, associazione e fondazione) la circostanza sopra descritta (il "modello di vita" della comunità) crea un legame imprescindibile fra le stesse'. Basterebbe sapere che quasi tutti i condannati sono oggi sia membri della comunità che della cooperativa, e continuano a vivere e lavorare nella stessa".

“Sul caso-Forteto noi del Pd non smetteremo mai di batterci per l'accertamento della verità, completo e senza riserve. Per questo abbiamo sostenuto la commissione d'inchiesta che ha operato in Toscana nella scorsa consiliatura. Per questo abbiamo sostenuto e chiesto di presiedere la commissione d'inchiesta che presto sarà istituita dall'attuale consiglio regionale. Per questo abbiamo promosso tutte le possibili iniziative di verifica e di prevenzione. Riteniamo di enorme gravità, e in alcuna maniera sottovalutabili, le conclusioni cui è giunto il processo di primo grado, terminato di recente. Vogliamo che sia fatta chiarezza a trecentosessanta gradi, anche da parte del governo, che proprio a questo scopo sta acquisendo tutta la documentazione rilevante. Vogliamo che sia resa giustizia alle vittime di delitti raccapriccianti e che vengano puniti tutti coloro che hanno commesso reati. Siamo invece contro ogni tipo di sciacallaggio politico e di strumentalizzazione propagandistica. I reati sono sempre il frutto di responsabilità individuali. Alzare polveroni per mettere alla gogna presunte colpe collettive (di una cultura, di una parte politica in quanto tale, di un pezzo di società) è una forzatura ideologica che non è in alcun modo giustificabile. Per tali ragioni, e con questo spirito, oggi alla Camera abbiamo approvato la mozione Bechis e respinto la mozione Bergamini. Chi dice che stiamo peccando di scarsa fermezza e di poca nettezza, o ignora la realtà o mente sapendo di mentire. E sarà smentito dai fatti”. Lo dice Dario Parrini, deputato del Pd.

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