Firenze, 18 dicembre 2022 - E’ stato vittima degli orrori del Forteto. E a sua volta anche lui, oggi adulto, è finito all a sbarra, per minacce e molestie alla ex moglie, forse proprio per un non raro istinto di ripetere le angherie subite. Ma queste condotte avrebbero una loro spiegazione. Una perizia ha stabilito che E.B., oggi 38enne, paga ancora lo scotto dei traumi vissuti da bambino nella comunità-setta di Vicchio dove ha vissuto quando, dalla metà degli anni ’90, è stato affidato a due nuovi genitori. L’uomo, scrive il perito del tribunale di Firenze, la dottoressa Gemma Brandi, "presenta un disturbo post traumatico da stress cronico ritardato, connesso al suo vissuto infantile: ciò sarebbe avvenuto sia all’interno della famiglia d’origine ad opera del padre sia all’interno della struttura del Forteto, a cui era stato affidato all’età di 11 anni". "La vittima di abusi - spiega ancora il perito - se non adeguatamente sostenuta, assume su di sé la colpa dell’abusante, quindi sempre alla ricerca di una pena da espiare, per una colpa non sua, che va invece restituita a chi ne è titolare". La perizia ha concluso per la "totale assenza, in capo all’imputato, della capacità di autodeterminarsi e comprendere il disvaloredelle proprie azioni al momento della commissione dei fatti contestati": così, il giudice Serafina Cannatà, lo scorso 13 ottobre, ha pronunciato nei confronti di E.B., assistito dall’avvocato Giovanni Marchese, una sentenza di assoluzione "in quanto incapace di intendere e di volere". Vent’anni. Tanto ha vissuto E.B. nella comunità fondata da Rodolfo Fiesoli. Ci entrò bambino nell’agosto del 1996, ne uscì adulto, nel 2016, dopo che lo scandalo giudiziario, che lo riguardava direttamente, era già esploso. Al giudice a cui ha risposto, nella veste di imputato, ha raccontato che a 14 anni venne costretto dai genitori affidatari a fare una denuncia nei confronti dei suoi genitori naturali. Abusi sessuali e maltrattamenti che non sarebbero mai avvenuti, ma che portarono a una condanna nei loro confronti. Ha parlato anche dei rapporti conflittuali con il padre affidatario, delle aggressioni fisiche e psicologiche subite "se eri fortunato una volta al giorno". Tuttavia, il Forteto dove i rapporti uomo-donna erano osteggiati e derisi, gli aveva permesso di sposarsi. Per un periodo, la coppia aveva vissuto assieme dentro la comunità, dove nacque la loro figlia. La crisi matrimoniale, antipasto delle minacce di cui è stato accusato, combaciò con l’indagine della procura. Sarebbe stato a sua volta minacciato. "Guarda che ti stai separando, tu dovresti srtare clamino. Se tu vieni a testimoniare in favore nostro e ti si dà una mano e si cerca di sistemare le cose, sennò noi ancora abbiamo potere e ti possiamo anche mettere nelle condizioni di allontanarti dalla bambina".