Caro energia, le piccole imprese sul baratro

Nuovo allarme di Confesercenti e Cna: "Costi cresciuti del 131% per le famiglia e del 94% per le pmi. Non si può andare avanti così"

Una manifestazione di protesta contro il caro bollette

Una manifestazione di protesta contro il caro bollette

Firenze, 22 febbraio 2022 - La corsa delle bollette non si ferma e rischia di trasferirsi sui prezzi, facendo schizzare l’inflazione al +5,6% prima della fine dell’anno. Un aumento dei prezzi record, che l’Italia non vede dall’inizio degli anni ‘90. E che potrebbe ipotecare gravemente la ripresa, con un impatto nell’anno in corso di -8 miliardi di euro sul Pil italiano, di cui 550 milioni persi nella sola Toscana. A lanciare l’allarme è Confesercenti Toscana. "Nonostante gli interventi straordinari del governo – dice Nico Gronchi, presidente Confesercenti Toscana – nel primo trimestre del 2022 i costi di energia elettrica e gas per famiglie e piccole imprese sono in crescita rispettivamente del +131% e del +94% rispetto allo stesso periodo del 2021. Un aumento monstre che, in termini reali, corrisponde a una spesa aggiuntiva di 765 euro all’anno per le utenze domestiche e ad una vera e propria stangata per le imprese, con aumenti fino a +12mila euro annui per i ristoranti". Un impatto in parte moderato dalle misure già introdotte dall’esecutivo ma che resta drammatico. Un negozio di commercio alimentare di ortofrutta pagherà nel 2022 4.371 euro, 1.754 in più del 2021; un parrucchiere 8.108, per una maggiorazione di 3.307 euro sull’anno precedente; un bar 12.295 euro (+5.648 euro rispetto al 2021) e un ristorante 26.160 euro, con una spesa aggiuntiva vicina ai 12mila euro in più (+11.780). "Una stangata da arginare non solo con interventi spot, ma anche con misure strutturali di tutela, in particolare per le piccole imprese – prosegue Gronchi –: idee concrete che potranno permettere di affrontare le sfide che il tema della riconversione sempre più ’green’ pone al nostro Paese nel suo insieme". 

Di attività strangolate dal caro energia ce ne sono tante. Per esempio Daniele Petruzzi gestisce il panificio La Spiga in via La Farina. Lui da quasi tremila euro se ne trova a pagarne quasi seimila: "Non è sostenibile. Se non si interviene con urgenza tanti chiuderanno". Per Giacomo Cioni. presidente Cna Firenze, "occorre una soluzione che vada in due direzioni diverse e complementari: l’adozione di una politica energetica sostenibile che permetta riduzioni del costo dell’energia e un intervento immediato che faccia da defibrillatore, aiutando subito le tante aziende alle prese con bollette stratosferiche, con una particolare attenzione alle imprese più piccole. Ai piccoli imprenditori, infatti, l’elettricità costa 4 volte di più rispetto a una grande industria a causa del meccanismo ‘meno consumi, più paghi’ applicato agli oneri parafiscali che gonfia del 35% il costo finale". E aggiunge: "Il decreto energia di venerdì scorso è utile, ma compensa solo parzialmente l’impennata: lo ribadiamo, sono necessari interventi strutturali, in particolare sulle piccole imprese. Inoltre, rimane penalizzata la filiera Pmi del Made in Italy che, a differenza dell’industria, non potrà accedere al credito d’imposta per i suoi consumi minori". Intanto, Tni Italia-FederTerziario ha lanciato su chan ge.org la petizione online ‘Basta imposte, solo consumi’ in cui chiede al governo di far pagare solo il consumo effettivo, senza imposte né oneri di sistema.