"E’ un bosco e non si tocca": no del Tar al distributore

Così il Tar boccia la costruzione della stazione di servizio sulla FiPiLi a Inno. Il Comitato esulta

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Lastra a Signa, 17 febbraio 2021 - Il Tar della Toscana ha detto no al maxi distributore di Inno, sulle colline di Lastra a Signa. Il progetto della nuova stazione di servizio sulla Fi-Pi-Li, che in questi mesi ha scatenato le polemiche dei residenti delle colline, non si farà, e il Comune di Lastra a Signa (insieme alle società coinvolte a vario titolo nel progetto, ovvero Sirtam spa, la società agricola I Colli di Marliano e l’azienda agricola I Colli di San Lorenzo a Marliano) sono state condannate al pagamento delle spese di lite. Compensate invece le spese nei confronti della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze. Fra i punti centrali affrontati dai giudici amministrativi, la questione del bosco di Inno che il distributore avrebbe cancellato. "Devono ritenersi irrilevanti i pareri espressi dalla commissione per il paesaggio del Comune, e dalla Soprintendenza che hanno escluso che il bosco possedesse caratteristiche di pregio, ritenendo perciò ammissibile l’intervento progettato". Inoltre, prosegue il Tar: "Si deve escludere che la realizzazione di un impianto di carburanti possa configurare di per sé un motivo eccezionale di ordine economico-produttivo che, in base alla normativa vigente, consente la radicale eliminazione del bosco". Insomma si tratta a tutti gli effetti di un bosco e creare un distributore non è un buon motivo per abbatterlo.

Esulta il Comitato Collinare di Lastra a Signa. "Il bosco è salvo – scrivono – il Tar della Toscana ha accolto il ricorso presentato da 25 famiglie di Inno e rappresentate in giudizio dall’avvocato Leonardo Piochi. In una fase difficile come una pandemia mondiale non è stato semplice riuscire in questa impresa, ma spesso le difficoltà sono un motivo di rinascita". Segue un lungo ringraziamento ai tanti soggetti che si sono uniti alla battaglia: da Legambiente a ItaliaNostra, a diversi consiglieri comunali, regionali e metropolitani di Lega e Cinque Stelle, fino all’ex senatrice di Sinistra Italiana Alessia Petraglia. "Questa è la dimostrazione – dicono dal Comitato – che davanti alle cause giuste, come impedire l’abbattimento di un bosco per costruire un non indispensabile distributore di carburanti, non ci sono divisioni politiche. Insieme a Legambiente abbiamo dei progetti per il bosco di Inno e speriamo di poterli concretizzare presto".

Reazioni molto diverse negli uffici del Comune di Lastra: "In questo percorso – commenta il sindaco Angela Bagni – ci siamo affidati ai nostri uffici tecnici che, in accordo con la Soprintendenza, erano arrivati alla conclusione che non si trattasse di un vero e proprio bosco, ma di piante cresciute su un terreno un tempo destinato a seminativo. Dobbiamo ancora esaminare la sentenza per capirne meglio le motivazioni".  

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