Arte, tram e Baggio: un filo tra Firenze e Bologna

Al Franchi torna il derby dell'Appennino. L'intervista doppia ai sindaci Dario Nardella e Matteo Lepore

Matteo Lepore e Dario Nardella

Matteo Lepore e Dario Nardella

Firenze, 12 marzo 2022 - Il rapporto tra Bologna e Firenze brilla nei secoli, per stima e bellezza, come un capolavoro di Cellini, amato da Lucio Dalla. Ma il rapporto tra Firenze e Bologna si sviluppa nei secoli anche per la rivalità particolare, quella che c’era tra Bernardini e Pesaola tra gli anni ’50 e ’70, allenatori che hanno sofferto e vinto da tutte e due le parti. Bolognesi e fiorentini hanno visto Baggio segnare per loro e niente può superare in decibel quell’orgoglio: il derby dell’Appennino di domani al Franchi riproporrà l’antico ’odi et amo’.

Negli ultimi anni tanto è stato costruito, un asse amministrativo che precedentemente era mancato. C’era stato l’amor ragionato di tanti dem bolognesi per Renzi sindaco e poi premier (c’era anche Lepore), la firma nel 2016 sul Passante è del leader di Italia Viva. Poi tutto a scatafascio, con l’ex sindaco Merola che non voleva più "padroncini nel Pd". Intanto a Bologna è capitato il boom del turismo, anche grazie a un aeroporto che Firenze non ha, e certi fili si sono annodati meglio da soli, con Nardella e Lepore che vivono un’amicizia promettente. Nessuno ha dimenticato il progetto delle Olimpiadi 2036 e per il Tour de France le due città si sono proposte per il 2024. Palazzo Vecchio e Palazzo d’Accursio lavorano insieme anche sulla Cultura, Bologna studia il modello Firenze su come sfruttare le miniere d’arte, Firenze studia il modello Bologna su come sfruttare il turismo slow, con la Via degli Dei ormai diventata un must, per tutte le età, con una miriade di progetti di collaborazione.

E non è un mistero che il tram di Bologna per molte cose prenderà le mosse dal tram fiorentino, lo spirito e la missione sono gli stessi. E poi c’è la voglia di fare gruppo per farsi sentire di più nelle stanze dei bottoni nazionali: nell’agenda ci sono casa, trasporti, servizi e infrastrutture. Del resto è così: avversarie, ma soprattutto amiche, Bologna e Firenze ogni volta ci riprovano ad amarsi un po’ di più.

Paolo Rosato

Qui Firenze / Nardella: "Cosa potrei invidiare? L'università e i tortellini"

IL GOVERNO di due città, così diverse, ma così simili, per storia, arte e tradizioni. Con un comune denominatore: la passione viscerale per la propria squadra di calcio. Che Dario Nardella e Matteo Lepore vivono da fieri rivali, senza trascurare sfottò, in pieno stile toscano, però. Sindaco Nardella, andrà allo stadio? «Compatibilmente con gli impegni da babbo (un figlio ha la sua partita di calcio domani mattina, ndr): ma farò di tutto per esserci nonostante l’orario proibitivo per chi ha solo la domenica per dedicarsi alla famiglia. Se comunque Lepore decide di venire, un posto allo stadio glielo trovo volentieri (ride, ndr), magari anche un ristorante per il sabato sera (oggi, ndr) per mangiare una buona bistecca». Il suo primo Fiorentina-Bologna? «Gran gol di Batigol nell’anno più bello dell’era Trapattoni: 1-0 (5 dicembre 1998) per volare verso il titolo d’inverno. Il Bologna è sempre stata una squadra tosta». Chi toglierebbe agli avversari? «Ma nessuno. Avanti senza paura, non abbiamo bisogno di... aiutini». E invece cosa invidia alla città di Bologna? «Devo dire di inviare la sua università per la grande e secolare tradizione. E poi i tortellini in brodo». Il giocatore viola preferito di oggi e di sempre? «Per la mia generazione Batistuta è il top: sono cresciuto con lui. Adesso mi piace molto Milenkovic, è bravo ha carattere, per questo spero resti a lungo». Chi può essere l’uomo derby? «Ne indico due perché Piatek o Cabral, se dovesse essere lui il centravanti titolare, saranno decisivi». Il tema del nuovo stadio è centrale per entrambi. A Firenze è stato presentato il progetto di restyling. Si farà? «Sono soddisfatto, c’è molto da fare, ma siamo arrivati a un punto di non ritorno. Uno stadio ’nuovo’ senza dover rinunciare al vecchio, quindi alla sua storicità e a quello che ha rappresentato per la storia non solo della città, ma anche della Fiorentina». Rivalità in campo, ma grandi sinergie, come la possibilità di organizzare insieme il Tour 2024, le Olimpiadi 2036. Quanto è forte l’asse con Bologna? «Molto forte, sotto il profilo personale, politico e di sviluppo. Tutto è nato da quando si parla di città metropolitane e le infrastrutture le hanno unite di più. Penso alla linea Alta Velocità e anche alla Direttissima autostradale. E’ dalle infrastrutture che siamo partiti per costruire un’alleanza forte per cultura, turismo e sport. Se dovessimo ottenere il Tour potremmo suggellare definitivamente la nostra amicizia». Vuole dedicare un pensiero al suo collega? «Gli voglio bene e per questo lo consolerò sin da subito, perché vinciamo noi». A questo punto mi dice anche quanto? «Certamente: 2-1».

Giampaolo Marchini

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IL MIO MIGLIOR collega. Matteo Lepore e Dario Nardella sono i sindaci più vicini d’Italia. Stessi colori, quelli del Pd, agende simili, visioni comuni. A dividerli, giusto l’Appennino e il calcio. Sindaco Lepore, sarà al Franchi domani? «No, la guarderò da casa, Nardella non mi ha invitato. Siamo già insieme alla manifestazione per la pace a Firenze domani (oggi per chi legge, ndr). Due giorni di fila a Firenze mi pare troppo...». Il primo ricordo di un derby. «Fine anni Novanta, gol strepitoso di Bettarini dalla trequarti (Bologna-Fiorentina 3-0, 17 aprile 1999, ndr)».  Che giocatore toglierebbe alla Fiorentina? «Quello che avrei tolto, lo hanno già perso: Vlahovic». E, invece, cosa invidia alla città di Firenze? «Invidio le opere d’arte, non c’è dubbio che abbia un patrimonio di livello universale. Ma non ci vivrei mai: Bologna è molto più divertente». Il rossoblù preferito di oggi e di sempre? «Baggio è quello che ha lasciato più il segno nel mio cuore, pur essendo stato qui un solo anno. Ma è la stagione della mia gioventù, quella che mi ha fatto innamorare del Bologna. Della squadra di oggi, invece, dico Arnautovic: finalmente con lui abbiamo azzeccato un acquisto. Anche se io vorrei avere ancora Palacio». Chi può essere l’uomo derby? «Mi auguro proprio possa essere Arnautovic, visto che rientra e sarà carico». Il tema del nuovo stadio è centrale in entrambe le città: ma si farà veramente? I tifosi sono scettici. «Certo che si farà, e rispetteremo i tempi. Aspettiamo le ultime pratiche: sarà l’intervento più bello di questa amministrazione. Saputo ha confermato l’investimento, quindi non ho motivo di dubitare della sua parola. Chiaro, siamo preoccupati per l’aumento dei costi di energie e materie prime, ma troveremo le soluzioni». Rivalità in campo, ma grande sinergia fuori: il Tour 2024, le Olimpiadi 2036. Quant’è forte l’asse Bologna-Firenze? «C’è una grande intesa anche dal punto di vista personale. Con Dario è nata un’amicizia in quest’ultimo anno e mezzo, anche durante la campagna elettorale. Si sono conosciute due persone che amano fare il sindaco, amano le loro città e vogliono andare avanti in progetti comuni. Siamo capitali italiane dei giovani e della cultura, le uniche città metropolitane italiane confinanti: condividiamo i temi della mobilità, delle infrastrutture, studiamo una programmazione culturale in comune come strategia in uscita dal Covid. E insieme lavoriamo per portare a casa la partita del Tour e delle Olimpiadi: siamo fiduciosi». Vuole dedicare un pensiero al suo collega? «All’andata mi ha sfottuto. Ma è molto più anziano di me, e io rispetto sempre le persone di una certa età». Domanda finale d’obbligo: come finisce il derby? «Sicuramente vince la Fiorentina». 

Gianmarco Marchini

 

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