Fingesten, il Picasso degli ex libris

Il Centro espositivo Berti e lo Spazio La Soffitta di Sesto rendono omaggio all’arte del maestro ceco

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di Sandra Nistri

"Alto-Basso". Compie dieci anni la rassegna che ruota attorno a due spazi espositivi del territorio di Sesto Fiorentino, il Centro espositivo Berti e lo Spazio delle arti La Soffitta di Colonnata e che, nelle diverse edizioni, ha portato sul territorio sestese eccellenze dell’arte. Per celebrare un anniversario così importante gli organizzatori hanno fatto una scelta particolare: quella di rendere omaggio ad un artista, Michel Fingesten, molto noto ed apprezzato tra i collezionisti di ex libris, tanto da suscitare uno sfrenato entusiasmo perfino in Cina, ma non ancora sufficientemente conosciuto dal grande pubblico. La mostra sarà un’importante riscoperta e anche la più ampia retrospettiva mai dedicata a questo autore. "Eros e Thanatos. L’arte sensuale e macabra di Michel Fingesten" sarà inaugurata domani nelle due sedi: al Centro Berti alle 11 e alla Soffitta un’ora più tardi. Le due ‘gallerie’ ospiteranno circa 450 opere dell’artista realizzate dal pittore e incisore ceco, di origine ebraica, dal 1913 al 1943, data della sua morte. Definito "il Picasso dell’ex libris" Fingesten è riuscito a declinare in questa particolare forma espressiva tutte le principali tendenze artistiche della prima metà del ’900, dal Simbolismo al Surrealismo passando per l’Espressionismo, il Cubismo, la Nuova Oggettività.

La sua è stata anche una vita avventurosa e caratterizzata da eventi dolorosi: fu pesantemente osteggiato e perseguitato dal nazismo che condannò non solo lui, perché discendente di madre ebrea, ma anche i suoi lavori che finirono nel ‘calderone’ dell’arte degenerata. Anziché fuggire negli Stati Uniti, come riuscì a fare il figlio Peter, Michel Fingesten trovò rifugio nell’Italia fascista, ricevendo momentaneo sostegno proprio nel mondo milanese dei collezionisti di ex libris per poi, con la promulgazione delle leggi razziali, finire confinato in due campi di concentramento e, per una crudele beffa del destino, morire per una infezione mal curata dopo la liberazione. Un tratto distintivo dell’arte di Fingesten è la figura femminile nuda ritratta in diversi contesti, ora femme fatale ora figura protettiva materna. L’eterna lotta tra Eros e Thanatos diviene in lui una costante, con accenti anche macabri, ma il senso di morte e catastrofe avvertito nel periodo delle due guerre mondiali è bilanciato dallo spirito umoristico dell’artista. Le opere esposte appartengono alla collezione privata di Giuseppe Mirabella curatore anche della mostra e del catalogo con la collaborazione di Emanuele Bardazzi e Giulia Ballerini. "Questa esposizione - sottolinea Francesco Mariani responsabile del gruppo La Soffitta Spazio delle arti e ideatore con Giulia Ballerini del progetto Alto-Basso - racconta una straordinaria pagina di storia dell’arte europea". La rassegna sarà aperta in entrambe le sedi espositive fino al prossimo 8 novembre con orario 10-12 e 16-19 domenica e festivi e 16-19 da martedì a sabato (lunedì chiuso). L’ingresso è gratuito.

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