Filippo, esperto di cancelli Un film per aprirsi al mondo

Ad Antella e Impruneta la proiezione di documentario che racconta una storia vera

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di Manuela Plastina

Filippo ha 25 anni e può vantare di essere un illustratore: con i suoi disegni, ha colorato due libri di favole inventate dal babbo, Enrico Zoi, per la sorella Irene. Ama porte e cancelli: li osserva attentamente, li riproduce su carta, li ricorda tutti. La sua vita speciale, di giovane adulto rientrante nello spettro autistico, è al centro del documentario "I mille cancelli di Filippo", regia di Adamo Antonacci, prodotto da Alessandro Salaorni dello studio Larione 10 di Grassina: sarà presentato il 3 giugno alle 21 al teatro di Antella e il 6 giugno alle 21,30 al teatro Buondelmonti di Impruneta. Al film, sostenuto da Toscana Film Commission per "Sensi contemporanei Toscana per il cinema", hanno partecipato anche Alessandro Benvenuti ed Elio (delle Storie Tese).

La storia di Filippo Zoi (foto) è uno spaccato della sua creatività, delle dinamiche familiari e delle prospettive di vita. Il documentario racconta "la quotidianità, le sue passioni, per i cancelli, le porte e il disegno – spiega il padre –. Testimonia il lavoro giornaliero per assicurargli stabilità, documentando i momenti positivi, belli e anche pubblici della sua vita, senza tacere situazioni e momenti di grave difficoltà. Come famiglia non volevamo l’ennesima favoletta sull’autismo: regista, produttore e Elena D’Anna con la sua fotografia sono stati sulla nostra stessa lunghezza d’onda".

Perché parlare di autismo? "Perché gli autistici, menti sensibili e neurodiverse – conclude Enrico –, hanno diritto a una vita serena e positiva. Non devono chiudersi, ma aprirsi al mondo. Nasce un autistico ogni 70-80 bambini ed è giusto conoscere". Filippo è entusiasta del documentario. "Sono un bravo artista – dice – e sono l’esperto di porte e cancelli. Mi piace disegnare e mi è piaciuto lavorare al documentario con Elena, Sandro e Adamo". E ora cosa si aspetta dal suo futuro? "Aspetto di andare all’Argentario a riposarmi sull’amaca".

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