Firenze, 9 settembre 2015 - "Il sistema pubblico ha mantenuto una linea di credito illimitata nei confronti della comunità del Forteto, anche dopo gli arresti". Questo si legge in una delle pagine delle motivazioni della sentenza sul Forteto. Per gli abusi anche sessuali nella comunità in provincia di Firenze, il "capo" Rodolfo Fiesoli è stato condannato a 17 anni di carcere. Condanne anche per altre tredici persone. Nelle pagine delle motivazioni si ripercorrono gli anni degli orrori dentro al Forteto, gli anni delle violenze fisiche e psicologiche. Per il collegio giudicante questo credito "è stato accordato dagli operatori - elencano i giudici - che hanno indicato in quella comunità una risorsa utile ed efficace per la tutela di minorenni in situazione di disagio, se non di vero e proprio abbandono; credito ribadito dai provvedimenti dell'autorità giudiziaria minorile che, ancora nel 2012 (dopo gli arresti di Rodolfo Fiesoli, il capo indiscusso di quella comunità), ha 'confermatò affidamenti famigliari a favore di alcuni soci della cooperativa; da amministratori pubblici e da esponenti politici che hanno garantito sovvenzioni e sostegno istituzionale». Leggi qui sotto il documento delle motivazioni:
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