Povertà a Firenze, una famiglia con 700 euro al mese: "Bollette, cibo e scuola: un incubo"

Due figlie a studiare e una terza, la più grande, costretta a ritornare in Romania. La testimonianza di Stefan e Antoneta: "Siamo persone perbene e non abbiamo mai perso la dignità"

La famiglia di Stefan e Antoneta

La famiglia di Stefan e Antoneta

Firenze, 15 luglio 2022 - L’ultima volta che la famiglia Iordache ha pagato l’affitto è stata nel maggio 2020. Poi non ce l’ha fatta più. Marito, moglie, tre figlie, una storia dolorosa. Una storia di malattia e di lavoro precario. Ce ne sono molte, purtroppo. Ora il timore è quello di perdere anche la casa: "Non sappiamo dove trovare i 15mila euro per saldare il debito – racconta Stefan, 52 anni – Ma non abbiamo mai perso la dignità, siamo persone oneste e per bene. Ce la faremo".

Di nazionalità rumena, vivono a Firenze dal 2000: qui sono nate le figlie Giorgiana, 19 anni, che il 27 luglio dovrà affrontare l’ultimo esame del primo anno all’università (studia lingue) e Stefania Florina che ha preso la licenza media con 10 e lode. E qui, a Firenze, sono anche cresciute con la sorella maggiore, Maria Corinna di 25 anni: lei quattro anni fa, al secondo anno di Economia, ha dovuto lasciare l’università perché la famiglia non ce la faceva più. "Siamo molto addolorati perché Maria Corinna, pur essendo molto brava, è stata costretta ad abbandonare gli studi a pochi esami dalla laurea – racconta Stefan – Senza sapere una parola di rumeno è dovuta andare a vivere in Romania dalla nonna Stefania e dalla zia Carmen. Noi non ce la facevamo". Maria Corinna in Romania lavora in un call center: i soldi per proseguire gli studi ancora non ci sono. "Aveva provato a mandare curriculum a varie aziende in Toscana: per cinque mesi ha lavorato, ma quando ha chiesto lo stipendio le hanno detto che si trattava di un tirocinio e che l’avrebbero pagata al conseguimento della laurea". Quindi fine dei sogni. E ritorno in Romania. "Ci sentiamo in colpa perché è una ragazza molto dotata, ma non ce l’avremmo fatta".

Percorsi di vita in salita. Delusioni. Ma anche l’orgoglio di affrontare il nero provando a dipingerlo d’azzurro.

Ora la coppia di genitori ha trovato lavoro. Anche se i soldi sono così pochi da fare i salti mortali per arrivare a fine mese. "Mia moglie Anoneta è stata assunta per due ore al giorno quattro volte a settimana per fare le pulizie a casa di una signora e io grazie al centro per l’impiego da una settimana lavoro 5 ore al giorno". Lui è iscritto alle categorie protette: ha il 70% di invalidità. Due lavori che alla fine del mese danno un reddito di circa 700 euro netti. "Come facciamo?". E’ dura. Ci sono le bollette, i libri di scuola, il cibo. Dal reddito di cittadinanza sinora la famiglia aveva ricevuto 570 euro al mese. "Ma ora al Caf abbiamo aggiornato la nostra situazione, probabilmente il contributo sarà sensibilmente ridotto".

"Prima dalla mia malattia tutto andava bene: io facevo il muratore, regolarmente assunto, e mia moglie pensava alla famiglia: con tre bambine piccole e nesun aiuto per lei non era facile cercare anche un un impiego", racconta Stefan.

Poi il referto della tac e la diagnosi di tumore al colon. Nel 2014 cambia tutto. "Un vero dramma: tre interventi, l’ultimo dopo un’occlusione intestinale causata dalla ricanalizzazione dell’intestino per la rimozione della stomia dove venivano raccolte le feci. Un ciclo da otto sedute di chemioterapia e l’impossibilità di sapere se c’è stato un errore medico – racconta amaro Iordache – A Firenze nessun avvocato e nessun medico legale ha voluto occuparsi del mio caso: Non mi hanno nemmeno ascoltato. E’ finita con un esposto in procura che ho presentato a ottobre". Nel frattempo la famiglia è andata avanti grazie al reddito di cittadinanza e al buon cuore dei cittadini. "Siamo stati aiutati un po’ dalla Croce Rossa, dalla Caritas, dagli assistenti sociali". Una vacanza? "L’unico viaggio che ho fatto in Romania è stato nel 2017 per il funerale di mio padre – conclude Stefan – Le vacanze non sono importanti, ma la dignità sì. Ringrazio tutte le persone che ci hanno aiutato".

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