Export, questione di pelle La ripresa si fa sentire trainata dal sistema moda

Dal monitor dei distretti emergono dati confortanti dopo anni difficili. Protagoniste nel comparto le aziende fiorentine del lusso con un +14,2

di Lisa Ciardi

Pelletteria fiorentina protagonista nel balzo in avanti delle esportazioni toscane. Il dato emerge dal "Monitor dei distretti della Toscana", elaborato dalla direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo e relativo ai primi nove mesi del 2022. Il comparto più rilevante nel determinare il trend positivo regionale rimane infatti il sistema moda, grazie ai risultati post-pandemia dei distretti fiorentini del lusso come la pelletteria e le calzature (+14,2%), ma anche dell’abbigliamento di Empoli (+13,3%), del tessile di Prato (+22,2%) e ancor più dell’oreficeria di Arezzo (+25,1%). Anche la filiera agroalimentare ha il segno più e vede spiccare, in particolare, i vini dei colli fiorentini e senesi (+15,1%) oltre all’olio toscano (+29,4%), favoriti dal cambio favorevole con il dollaro. Nel complesso, il settore del cibo toscano ha confermato i buoni ritmi di crescita dell’anno precedente (+15% nel 2021), con un incremento di circa 200 milioni di euro (+14,3%) e 1,6 miliardi di euro di esportazioni fra gennaio e settembre 2022. Trainanti il settore farmaceutico e quello biomedicale che, fra gennaio e settembre 2022, hanno visto esportazioni per 3,5 miliardi di euro (+22,8%). In questo ambito, spicca il polo di Siena e provincia, che ha quasi raddoppiato il valore del 2021 (+85,4%) con importanti incrementi verso gli Stati Uniti.

Ma anche Firenze è rilevante, con un +23,8% nel 2021 rispetto all’anno precedente. In tutto, nei primi sei mesi del 2022, le esportazioni distrettuali regionali hanno superato i 18 miliardi di euro, il massimo dal 2008, con una crescita di circa 2,4 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2021, pari al +15,1%. Un aumento record, dovuto in parte all’aumento dei prezzi alla produzione. Ma anche al netto di questo fattore, secondo gli estensori dello studio, il manifatturiero dei distretti ha visto una crescita consistente sia rispetto al 2021 che al 2019. In totale, le esportazioni da Firenze sono aumentate del 14% rispetto al 2021 e del 12% rispetto al 2019. Relativamente alle destinazioni, la Svizzera si conferma il primo mercato di riferimento per i distretti tradizionali, con circa 3,7 miliardi di euro di esportazioni (comunque sotto i livelli del 2019), ma crescono nettamente anche le vendite verso gli Usa (+588 milioni di euro; circa +40% rispetto al 2021).

"I dati dell’export distrettuale dimostrano ancora una volta che la Toscana sa reagire – ha commentato Tito Nocentini, direttore regionale Toscana e Umbria di Intesa Sanpaolo -. Come banca abbiamo creato ‘Sviluppo Filiere’, grazie al quale migliaia di piccole e microimprese di fornitura beneficiano del rating creditizio della capofila e di condizioni vantaggiose".

E per il 2023? Secondo lo studio, nonostante la frenata della domanda mondiale, le prospettive dell’export dei distretti toscani restano positive. A favorirle, ancora una volta, anche il cambio favorevole eurodollaro, che dovrebbe agevolare le vendite fuori dai confini europei e che fa presagire nuovi segnali positivi per i prodotti fiorentini che ne hanno già beneficiato, vini e olio in testa.

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