Ex Fornaci, debiti in continua ascesa

"La società che ha acquistato il terreno e dovrebbe realizzare 140 appartamenti non paga l’Imu da tre anni"

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La storia della ex Pesci-Ref diventa un caso di recupero crediti. I consiglieri Gabriele Franchi (Cittadini per) e Roberto Viti (Obbiettivo Comune) bussano alle casse comunali per ricordare di chiedere quanto dovuto alla Srl che ha acquistato gran parte delle ex Fornaci: da quasi tre anni, denuncia, non pagherebbe più l’Imu, con un debito nei confronti dell’amministrazione e della comunità di almeno 187mila euro. Una dimenticanza anche da parte del Comune, sottolineano i due consiglieri, che rischia di andare definitivamente persa, come già avvenuto per altre società che avevano alcune proprietà nel sito e poi sono fallite, rendendo impossibile un recupero crediti di 300mila euro da parte dell’Agenzia delle entrate per conto del Comune.

La Srl, ricostruiscono Franchi e Viti, "ha acquistato dal 2015 al 2017 tutti i capannoni e tutte le aree di pertinenza che un tempo costituivano le storiche fornaci Pesci-Ref" nel centro del capoluogo. Con queste operazioni la società ha la disponibilità del 90% dei terreni, sui quali si dovrebbero realizzare i 140 appartamenti previsti nella scheda di trasformazione TRm08 che comunemente è conosciuto come "intervento dell’area Pesci-Ref".

Il restante 10% è di privati cittadini. Ma se questi ultimi hanno sempre pagato l’Imu, in attesa di espropri che ancora non arrivano, pare che la società abbia pagato fino al 2018 "per poi interrompere, con un debito attuale, relativo alle annualità 2019 e 2020, di 186.576 euro".

Il timore di Franchi e Viti è che "questa società che ha 1.000 euro di capitale sociale possa fallire come le altre e che il Comune non riesca a riscuotere niente".

Chiedono dunque all’amministrazione di intervenire quanto prima per recuperare questo credito, ma di fare anche un’analisi di chi ha dei debiti nei confronti del Comune e in generale di Impruneta, per un recupero di imposte che sia anche un esempio per quei cittadini "che pagano regolarmente i tributi, a partire da quel 10% di proprietari dell’area".

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