Ex Bekaert, il futuro c’è: il Valdarno sorride

Soddisfazione di istituzioni e sindacati per l’annuncio della nascita della comunità energetica autosufficiente di economia circolare

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Nascerà a Figline la prima comunità energetica autosufficiente di economia circolare. Un progetto ambizioso come la volontà della Global Energy Group (Ge-Group) di far rinascere l’ex Bekaert dopo averne firmato il preliminare di acquisto. La società che ha sede nella vicina Bagno a Ripoli porta avanti un interesse di più partner impegnati nella produzione di energia pulita e rinnovabile. Il gruppo ripolese, uscito allo scoperto solo ieri dopo tre giorni di silenzio concordato con istituzioni e sindacati, si occupa da oltre dieci anni di efficienza energetica e energie rinnovabili, impiantistica termica aziendale e residenziale. Il progetto è ancora top secret, con presentazione rinviata a un "confronto pubblico su tutti i dettagli", in vista del quale vuole ancora "mantenere il massimo riserbo". Dall’incontro coi sindacati però è emerso un piano di trasformazione dell’area ex Bekaert in quello che Fiom Cgil – presente con le altre sigle – definisce "una sorta di incubatore di imprese che possono utilizzare energie alternative per le attività produttive, utilizzando anche i fondi del Pnrr destinati alla transizione energetica e ambientale".

La futura proprietà si era già impegnata a bonificare l’area industriale eliminando l’attuale rischio ambientale. Ora ha anche ufficialmente promesso di creare nuovi posti di lavoro con una via privilegiata di quanti dei 318 ex Bekaert lasciati a casa dalla multinazionale belga non hanno trovato ancora un’occupazione a tempo indeterminato.

Soddisfatto il consigliere regionale con delega alle crisi aziendali Valerio Fabiani. "Si conferma la scelta del protocollo del Valdarno, modello di collaborazione tra istituzioni e parti sociali partendo proprio dal caso Bekaert". È una buona notizia anche per la sindaca di Figline Incisa Giulia Mugnai: "Dopo le valutazioni tecniche, commerciali e ambientali da parte dell’azienda, sarà possibile avere il quadro chiaro del piano industriale e anche della sua tempistica. L’obiettivo resta lo stesso: la completa reindustrializzazione del sito, unica strada per garantire nuova occupazione".

Manuela Plastina

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