Ex allievi in campo per salvare la scuola Usa

Oltre mille firme e una raccolta di fondi dei giovani americani che frequentarono il college di via S.Antonino

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di Rossella Conte

Sono i ragazzi americani, gli ex studenti degli anni 80-90-2000, a scendere in campo per salvare la Saci, la scuola che fu fondata nel 1975 in via Sant’Antonino e che ha accolto migliaia di studenti Usa. Prima della pandemia, contava su una media di 300 allievi all’anno, poi col covid sono arrivate le prime difficoltà e i circa 35 dipendenti con contratto di lavoro subordinato sono stati messi agli ammortizzatori sociali. Gli allievi di oltre oceano, che hanno passato i mesi più belli della loro vita, come raccontano, nella città più amata al mondo, hanno deciso di scendere in campo. Non a parole ma con i fatti. Prima hanno dato vita a un gruppo Facebook di discussione Saving Saci e poi a una petizione che ha raccolto nel giro di pochissimo tempo più di mille firme e a una raccolta fondi. Proprio così, gli studenti americani hanno deciso di mettersi le mani in tasca per sostenere una realtà apprezzata in tutto il mondo.

"Come artisti, alunni e amici dello Studio Arts College International siamo seriamente preoccupati che la scuola possa arrivare alla decisione di chiudere definitivamente i battenti. Saci è stata fondata nel 1975 da Jules Maidoff, un artista americano con il sogno di aprire un istituto in Italia. Negli ultimi 46 anni è diventata la più prestigiosa scuola d’arte americana di Firenze ed è riconosciuta a livello internazionale per la sua importanza. Innumerevoli artisti, designer, registi, storici dell’arte e ambientalisti di tutto il mondo hanno studiato nella sede di via Sant’Antonino" si legge nel testo della petizione. In realtà, i primi segnali di crisi risalgono a ottobre 2019 quando l’azienda cancellò i programmi biennali master, con iscrizioni in aumento, che connotavano e differenziavano Saci nel panorama scolastico.

A spiegarlo è la Cgil. "A novembre 2020, prosegue il sindacato, in emergenza Covid, sono partite le prime trattative per provare a gestire la crisi e immaginare una ripartenza ma senza esiti fino alla doccia fredda quando è arrivata la comunicazione di chiusura dei corsi del prossimo autunno per i quali c’erano già stata una cinquantina di preiscrizioni". La notizia del rischio chiusura è rimbalzata di cellulare in cellulare arrivando fino oltre oceano dove gli ex studenti hanno deciso di mobilitarsi per scongiurare il pericolo. "Chiudere - scrivono gli alunni americani - sarebbe devastante per tutti coloro che conoscono e amano la scuola. I futuri studenti meritano l’opportunità di perseguire le proprie passioni. Ci rendiamo conto che affrontare la pandemia è una sfida per tutti gli istituti ma esortiamo Saci a riaprire il prima possibile in sicurezza".

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