Firenze, 4 gennaio 2016 - Una verifica sulle celle telefoniche della zona dell'attentato. Vanno anche in queste direzioni le indagini per l'esplosione della bomba in via Leonardo da Vinci a Firenze la mattina del 1 gennaio. Nell'esplosione è rimasto gravemente ferito un artificiere della polizia. L'uomo ha perso una mano, mentre le funzionalità di un occhio sono al momento compromesse. E' un lavoro di indagine certosino quello della polizia, che appunto cerca anche dalle celle telefoniche della zona un indizio, un numero sospetto.
L'esame dei tabulati telefonici potrebbe durare molto tempo a causa della mole di dati tra cui gli investigatori della Digos devono districarsi: ma a volte questa attività 'a tavolinò ha dato buoni spunti. Questa analisi potrebbe non essere limitata alla notte di Capodanno ma anche a tempi precedenti perché chi ha posto l'ordigno sicuramente ha fatto almeno un sopralluogo alla libreria di CasaPound.
Il versante dei telefoni mobili è uno dei fronti operativi attivi e viaggia parallelo con l'esame, iniziato oggi, delle immagini riprese dalle telecamere. In via Leonardo da Vinci e nelle strade più vicine, in realtà, non sono granché presenti sistemi di videosorveglianza e quelli che ci sono, e che chiunque può notare, darebbero comunque una visione molto limitata, parziale dello scenario in cui i responsabili dell'attentato dinamitardo si sono dovuti muovere. Non si esclude però un errore, una sottovalutazione, quindi un indizio che però potrebbe risultare decisivo. Intanto proseguono le indagini anche sull'ordigno. Dal tipo di fabbricazione, apparentemente artigianale, gli inquirenti potrebbero trarre degli spunti preziosi.
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